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Craig Jones appare nel podcast del fratello e parla di Gordon Ryan

Craig Jones su Gordon Ryan: rispetto, frecciatine e una visione da promoter

Craig Jones è tornato a parlare del suo ex compagno di squadra nonché storico rivale Gordon Ryan. Lo ha fatto, in pieno stile Craig, tra una battuta e l’altra, durante una chiacchierata con il fratello Adam Jones su A Quick Razz. Un’intervista che parte leggera, tra aneddoti sul Craig Jones Invitational e riflessioni da insider del grappling mondiale, e che si trasforma presto in qualcosa di più: una lettura onesta e non banale del “fenomeno Gordon”.

“Il miglior grappler di sempre. Ma… ha mai provato ad avere un amico?”

L’esordio è spiazzante. Craig comincia col botto:

“He is the best grappler ever. But, like, if that’s the life it gives you, like brother, have you tried having a friend? You know what I mean? Like, do you need a hug?”

Ironia australiana, certo, ma sotto si legge una specie di affetto distorto. Quel tono da fratello maggiore che ti prende in giro ma sotto sotto spera che tu stia bene.

“That’s honestly the feelings I feel towards him. It’s like I kinda want the best for him and if I have to make fun of him to do it, I’ll do it.”

In mezzo alle prese in giro, Craig mostra qualcosa che pochi nel circuito osano dire: empatia.

Tonon, Ryan e lo spettacolo secondo Craig

Craig Jones non si limita a parlare di Gordon. Spende anche parole lusinghiere per un altro ex Danaher Boy:

“Garry Tonon is one of the most exciting. He’s probably the most exciting grappler we’ve ever had.”

E qui emerge il Craig promoter. Quello che ragiona in termini di “entertainment value”, di card da costruire e pubblico da far esplodere. E proprio guardando Gordon con gli occhi dello spettatore, Craig fa notare una verità spesso ignorata:

“To be unbeaten, to not have a blip in his record… is really very rare in combat sports, which is what draws viewers in to him. I think he has his following in spite of his persona, not because of it.”

Tradotto: il dominio di Gordon è spettacolare, ma anche fragile. Una crepa nel record, e il mito può svanire. Non è la personalità a tenere su il castello, ma la perfezione del rendimento.

Gordon Ryan: il bestseller del grappling

E infatti, quando si parla di instructional, Craig non ha dubbi:

“Gordon’s style is perfection. It’s low risk, most people can replicate it, which is why he’s the bestselling instructor.”

Una frase che vale più di tante review: lo stile di Ryan funziona perché è replicabile, e perché lo insegna bene. Non è solo il migliore in gara, ma è anche efficace nel trasmettere quel sistema a chi studia da casa.

Cosa vogliamo davvero vedere sul tatami?

La riflessione più interessante arriva verso la fine. Qui Craig si toglie la rashguard da atleta e indossa il cappello del promoter visionario:

“I’d rather have an organization full of Andrew Tackett vs Kade Ruotolo style matches than this unstoppable champ like Gordon.”

Non è un attacco, è una dichiarazione di strategia: costruire un’organizzazione attorno a un solo campione infallibile è rischioso. Meglio puntare su grappler spettacolari e imprevedibili. Il paragone con Charles Oliveira non è casuale: anche quando perde, ti lascia qualcosa.

“If Gordon does lose, that magic vanishes. But if you have guys exciting to watch win or lose… the organization itself is always guaranteed to deliver entertainment.”


My two cents

Craig Jones ha detto quello che molti pensano ma pochi hanno il coraggio di articolare così bene: Gordon Ryan è un alieno del tatami, ma non è detto che sia il volto ideale per costruire il futuro del grappling spettacolare. Il suo dominio è interessante proprio perché può finire da un momento all’altro.

E quando quel momento arriverà, chi resterà a reggere il palco?

Manolo El ChupaCabra

Manolo El ChupaCabra

Praticante di MMA, agonista di BJJ e grappling, ottimo conoscitore delle arti marziali miste e del valetudo. Manolo "El Chupacabra" Macchetta non è niente di tutto questo.

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