Non è facile essere Kron Gracie.

Molto spesso si pensa che i figli di qualcuno importante abbiano tutte le strade spianate. Forse è vero in alcuni casi, ma può anche essere una catena in altri.

In vista dell UFC 310 Kron Gracie ha raccontato delle sfide che comporta vivere all’ombra della leggendaria eredità della sua famiglia: ha parlato apertamente del suo percorso professionale, delle pressioni esercitate dalla comunità del jiu-jitsu e del rapporto sempre sul filo del rasoio con il padre, Rickson Gracie.

Equilibrio tra eredità ed evoluzione nelle MMA

Riflettendo sulla sua sconfitta contro Charles Jourdain all’UFC 288, Kron ha ammesso che le aspettative lo hanno messo sotto pressione in maniera mostruosa. Doveva tenere alto il nome di famiglia e fare grappling.

“Sento che la mia prestazione è stata davvero pessima”, ha ammesso Kron. “Ho sentito molta pressione da parte della comunità del jiu-jitsu e di molte persone della mia famiglia, con tutti che mi dicevano: ‘Dovresti usare solo il jiu-jitsu, non ho bisogno di boxare e non ho bisogno di colpire’. È stata la prima volta nella mia vita in cui ho ascoltato le persone e ho cercato di fare qualcosa per soddisfare un gruppo di persone intorno a me”.

“Sono arrivato a quell’incontro con un solo attrezzo… è stata una decisione stupida”, ha confessato. “Avevo l’ordine preciso di non tirare pugni, quindi è stata una pessima idea”.

Con l’UFC 310 all’orizzonte, Kron ha promesso di adottare un approccio più equilibrato. “Sono le MMA. Non che debba essere solo pugni o solo grappling”, ha spiegato, segnalando il suo impegno a evolvere il suo gioco e a rimanere fedele alla sua visione di ciò che le MMA dovrebbero essere.

Sono ovviamente arrivate anche le domande sulla famiglia

Il rapporto complicato tra Kron Gracie e Rickson Gracie

Al di là dell’ottagono, Kron ha parlato delle complessità del suo rapporto con il padre, Rickson Gracie, un’icona delle arti marziali e una delle figure più rispettate del jiu-jitsu brasiliano. .

“L’ultima volta che abbiamo parlato, ho sentito che aveva bisogno di spazio”, ha detto Rickson in un’intervista. “Aveva bisogno di essere Kron Gracie, non voleva più essere il figlio di Rickson Gracie, e lo accetto come una crescita nella sua vita”.

Nel suo libro, che noi di Grappling-italia.com abbiamo letto e recensito qui, Rickson ha approfondito l’argomento, spiegando come si sia fatto da parte per lasciare che Kron trovasse la sua strada. Pur rispettando la decisione di Kron di allenarsi con i fratelli Diaz, ha ammesso di non essere d’accordo con il loro approccio al combattimento. “Ho rispettato Kron abbastanza da lasciargli seguire la sua strada nelle MMA. Quando ha deciso di allenarsi con i fratelli Diaz, sono diventato più un osservatore che un allenatore”, ha scritto Rickson. “Ma non condivido la sensibilità dei fratelli Diaz in fatto di combattimento, perché si basa sulla durezza e sulla volontà di sopportare le punizioni. Ho sempre voluto vincere in modo rapido e deciso, evitando di infortunarmi”.

Kron ha espresso il suo amore e la sua preoccupazione per il padre, che sta lottando contro il morbo di Parkinson. “È passato un minuto, ma gli voglio bene, mi manca, ed è quello che è”, ha detto Kron. “Gli auguro il meglio e gli auguro buona salute”.

Il ritorno di Kron a UFC 310 è molto più che un semplice ritorno nell’ottagono: è un’occasione per dimostrare la sua crescita come lottatore e riaffermare la sua individualità. Affrontando un collega grappler come Bryce Mitchell, ha promesso ai fan una performance più versatile e completa.

Per Rickson, guardare da bordo campo è un esercizio di fiducia e speranza. “Forse il momento di Kron è che vuole davvero sentirsi come Kron Gracie”, ha detto Rickson. Forse in futuro potremo interagire e parlare del passato. Per ora, la sua missione è seria e io la rispetto”.