Perché il twister non basta: Shuya Kamikubo vince un match con un twister modificato

A LFA 202, il giapponese Shuya Kamikubo ha lasciato il pubblico senza parole, imponendosi nel co-main event con una rara sottomissione via twister modificato su Mateus Santos.

L’incontro, attesissimo dagli appassionati, ha messo in mostra il livello d’élite del grappling di Kamikubo, che ha eseguito una finalizzazione sempre più associata alle arti marziali miste giapponesi. La tecnica, che alcuni stanno già ribattezzando “Japanese Twister”, è l’ennesima dimostrazione del motivo per cui Kamikubo è considerato uno dei più temibili specialisti delle sottomissioni.

Fin dai primi scambi, Kamikubo ha mostrato le sue intenzioni, avendo dichiarato in precedenza di voler tentare proprio il twister. La chiusura è arrivata nel primo round, quando è riuscito a bloccare Santos con la gamba sinistra, neutralizzandone i movimenti e impedendogli di ottenere una posizione di vantaggio. Da lì, un potente neck crank, variante del twister tradizionale, ha costretto Santos alla resa.

Questa vittoria rappresenta l’ottavo finalizzazione negli ultimi quindici incontri professionistici di Kamikubo, consolidando ulteriormente la sua reputazione di mastro delle sottomissioni. Il successo è ancora più notevole considerando la resistenza di Santos, noto per la sua difesa contro i tentativi di finalizzazione.

Una tecnica in ascesa

Il twister modificato sta guadagnando sempre più visibilità, con Joji Goto che lo ha applicato con successo in incontri consecutivi nel 2023. Tuttavia, le sue origini nelle competizioni professionistiche risalgono alla performance di Askar Askarov nell’ACB.

Al suo debutto negli Stati Uniti sotto l’egida della LFA, Kamikubo ha subito dimostrato di essere un contendente da tenere d’occhio, aggiungendo un’altra perla alla sua collezione di vittorie spettacolari. Questa sottomissione è destinata a rimanere negli annali come una delle più innovative e tecnicamente brillanti dell’anno.