Grapple Asia intervista l’italiana Margot Ciccarelli
Margot Ciccarelli ha combattuto a lungo con la bandiera italiana. Poco conosciuta in italia, probabilmente perchè ha sempre seguito una vita in giro per il mondo.
Qualche giorno fa gli abbiamo dedicato un articolo, oggi pubblichiamo un’intervista apparsa su Grapple Asia.
Ultimamente è andata alla AOJ e ha deciso di fermarsi per un bel po’. In questa intervista ci racconta un po’ di cose.
Timestamp
0:28 Incontra Margot Ciccarelli: The Grounded Mars
0:58 La vita durante la pandemia
2:50 Adattarsi a un nuovo modello di business
6:15 Il grande trasferimento ad AOJ
8:58 Allenamento e crescita ad AOJ
11:27 Sfide e cambiamenti nella carriera
14:15 L’importanza della costanza e della struttura
15:23 Partner di allenamento e metodologia
17:47 Preparazione per le Trials ADCC
21:00 Residenza d’insegnamento a Singapore
21:40 Ultra Trail Run e piani futuri
39:02 Abbracciare la preparazione atletica e il condizionamento fisico
43:33 Riflessioni su partner di allenamento e metodologia
44:03 L’importanza dell’auto-valutazione e della definizione degli obiettivi
45:01 Strategie di allenamento per le competizioni
47:10 Il ruolo delle riprese video nell’allenamento di Jiu-Jitsu
47:50 Evitare il people pleasing nell’allenamento
49:12 Bilanciare l’intensità dell’allenamento e la comunicazione
51:31 Il Jiu-Jitsu come riflesso della personalità
1:00:12 Tendenze attuali nel Jiu-Jitsu
1:05:51 Obiettivi e aspirazioni future
1:12:37 Ringraziamenti
Riassuntone
Margot Ciccarelli: L’evoluzione di una lottatrice nomade
Margot Ciccarelli è un nome che risuona con forza nel panorama del Brazilian Jiu-Jitsu, non solo per il suo talento tecnico, ma anche per il suo percorso unico e il suo approccio filosofico alla disciplina. Da sempre una viaggiatrice instancabile, ha basato il suo sviluppo tecnico e personale sull’esplorazione di stili e scuole diverse, costruendo un’identità che va ben oltre la semplice competizione.
Dal nomadismo alla stabilità relativa
Fino a pochi anni fa, Margot si definiva una lottatrice nomade. La sua filosofia di apprendimento era radicata nella diversità: attraversare confini, assorbire nuove prospettive e adattarsi a stili differenti. Tuttavia, la pandemia ha sconvolto radicalmente il suo stile di vita. Costretta a fermarsi a New York, si è trovata di fronte a una crisi identitaria che l’ha portata a reinventare il suo approccio al Jiu-Jitsu e alla carriera.
Privata della possibilità di viaggiare e allenarsi con partner di alto livello in giro per il mondo, Margot ha dovuto adattarsi, concentrandosi sull’online coaching e sulla costruzione di un brand personale solido. Questo periodo di transizione l’ha portata a un nuovo livello di consapevolezza, culminato nella decisione di trasferirsi ad AOJ (Art of Jiu-Jitsu) per portare la sua carriera a un nuovo livello.
Il passaggio ad AOJ: una trasformazione radicale
Il trasferimento presso l’Art of Jiu-Jitsu è stato un punto di svolta fondamentale. Se da un lato Unity Jiu-Jitsu le aveva fornito una base artistica e un ambiente altamente competitivo, AOJ le ha offerto un nuovo paradigma: struttura, disciplina e un focus estremo sulla competizione.
L’adattamento non è stato semplice: abituarsi a una routine che iniziava con sessioni alle 6 del mattino, con un’intensità e un ritmo completamente diversi rispetto a New York, ha richiesto mesi di adattamento. Tuttavia, l’impatto si è visto subito: nei primi sei mesi di allenamento, Margot ha registrato una crescita maggiore rispetto agli ultimi cinque anni.
L’importanza della psicologia sportiva
Un altro fattore chiave nella sua evoluzione è stato il lavoro con uno psicologo sportivo. Se in passato Margot si definiva più un’artista che un’atleta, il supporto psicologico le ha permesso di ristrutturare il suo approccio mentale alla competizione. Uno dei punti cruciali di questa trasformazione è stato affrontare la sua paura di esaurire le energie durante gli incontri: un timore radicato, ma mai realmente confermato dai fatti. Una volta superato questo blocco mentale, il suo stile di lotta ha subito un’evoluzione significativa, diventando più aggressivo e orientato al controllo delle fasi di combattimento.
Preparazione per ADCC e focus sulla competizione
Oggi, Margot ha due obiettivi principali: vincere il Mondiale IBJJF in due occasioni e qualificarsi per ADCC. Grazie alla doppia cittadinanza italiana e hongkonghese, ha due possibilità per accedere alla competizione più prestigiosa nel submission grappling, partecipando sia alle Trials europee che a quelle asiatiche. Per prepararsi, ha introdotto un nuovo elemento nella sua routine: l’allenamento specifico con un coach dedicato al grappling no-gi.
L’importanza della selezione dei partner di allenamento
Un aspetto chiave della sua metodologia di allenamento è la selezione dei partner. Margot crede fermamente che per migliorare sia sufficiente un numero ristretto di partner altamente qualificati. Questo concetto si riflette nel modo in cui atleti come Mikey Musumeci e Kade Ruotolo gestiscono i loro campi di allenamento, scegliendo con cura con chi allenarsi per massimizzare il proprio sviluppo tecnico.
Allenamento e metodologia: il Jiu-Jitsu come espressione personale
Margot si considera un’artista del Jiu-Jitsu, un approccio che la distingue dalla maggior parte delle atlete di alto livello. Tuttavia, il suo passaggio ad AOJ l’ha portata a esplorare un lato più atletico e strutturato della disciplina. Un elemento chiave della sua trasformazione è stato l’inserimento della preparazione atletica nella sua routine: se in passato si affidava quasi esclusivamente al Jiu-Jitsu per sviluppare forza e resistenza, oggi ha integrato un programma di strength & conditioning specifico per migliorare la sua performance.
Lotta contro il people-pleasing e la ricerca dell’efficacia
Uno dei cambiamenti più profondi nel suo percorso è stato il superamento della tendenza a voler sempre “accontentare” i suoi partner di allenamento. In passato, Margot evitava di imporre il proprio ritmo nei roll, temendo di demoralizzare i compagni. Oggi ha capito che questo atteggiamento limitava la sua crescita: l’allenamento deve essere finalizzato al miglioramento, senza compromessi.
Progetti futuri: Jiu-Jitsu, arte e intrattenimento
Nonostante i suoi obiettivi competitivi siano ancora al centro della sua carriera, Margot ha già uno sguardo rivolto al futuro. Dopo aver raggiunto i traguardi che si è prefissata nel Jiu-Jitsu, vorrebbe esplorare altri ambiti creativi, come la recitazione e il DJing. Il suo sogno è combinare la disciplina del Jiu-Jitsu con la libertà artistica e l’espressione personale, creando un percorso unico che rifletta la sua personalità poliedrica.
Conclusione
Margot Ciccarelli incarna l’evoluzione del Jiu-Jitsu moderno: un mix tra disciplina, creatività e adattamento costante. Il suo viaggio da nomade a atleta strutturata, il suo lavoro con uno psicologo sportivo e l’integrazione della preparazione atletica hanno segnato una svolta nella sua carriera. Con obiettivi chiari e una visione ben definita, Margot non è solo un’atleta d’élite, ma un esempio di come il Jiu-Jitsu possa essere un percorso di crescita personale e trasformazione continua.
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