Intervista con Alexander Trans, l’europeo più vincente nel BJJ ad oggi

Alexander Trans è l’atleta europeo che ad oggi ha avuto più successo nel mondo del Jiu Jitsu.

Il gigante danese ha un palmarès eccezionale, avendo vinto da cintura nera l’Europeo IBJJF (3 volte), il Panamericano, il Brasileiro (unico europeo di sempre nel maschile) e molto altro. Inoltre può vantare un doppio oro al Mundial nelle cinture marroni.

Abbiamo deciso di contattarlo per fargli qualche domanda ed è nata un’intervista fantastica, lunga e piuttosto profonda.
Ci teniamo a dire che Alexander, sia prima che durante l’intervista, ha espresso la propria vicinanza all’Italia in questo momento difficile!

(Grazie di cuore ad Alexander per la sua gentilezza e la sua disponibilità)

Tu sei, secondo la mia opinione, il migliore lottatore europeo di Jiu Jitsu di tutti i tempi. Hai vinto tanti titoli molto importanti in uno sport dominato dai Brasiliani e più recentemente anche dagli americani: cosa ne pensi della tua carriera finora? Quali sono i tuoi traguardi per il futuro?

Grazie per le belle parole! Non ho mai badato molto al fatto di volere essere il migliore in Europa o in Danimarca, il mio obiettivo è sempre stato quello di migliorare il mio Jiu Jitsu e sono felice di avere avuto l’occasione di testarlo contro alcuni dei migliori atleti del nostro sport. Penso di aver ottenuto alcuni buoni risultati contro alcuni ragazzi molto forti, ma non penso di essere un buon agonista. Penso che il mio BJJ sia di alto livello perchè ho speso tanto tempo allenandomi e studiando l’Arte, ma per me la competizione non è il focus principale: è soltanto una parte del Jiu Jitsu, ma mi piacciono anche altri aspetti come insegnare, imparare, allenarmi, uscire con gli amici post-allenamento e parlare di Jiu Jitsu.

Non ho obiettivi specifici che sento di aver bisogno di raggiungere come agonista. Sto provando ad uscire da quel mindset e tornare a com’era all’inizio, quando ero concentrato soltanto sul migliorarmi e sul testare il mio BJJ su altri, non per provare qualcosa a qualcuno ma per il mio miglioramento personale a livello tecnico, fisico e mentale, e per godermi quei momenti.

So che aprirai un’accademia in Texas, questa è una grande notizia! Come mai hai scelto di aprirla negli USA e non in Europa? Cosa è più complicato: insegnare o competere?

Penso sia difficile per me dire cosa è più complicato, dal momento che quando insegno sono nella mia comfort zone. Non provo ansia o nervosismo e non sento adrenalina. Semplicemente me la godo.
Senza dubbio competere è una sfida più grossa fisicamente e mentalmente: devo gestire emozioni molto forti e imparare a controllarle, cosa che penso sia un aspetto molto utile della vita in generale. Credo che tecnicamente parlando insegnare sia difficile tanto quanto o addirittura più che competere, ma mi piace davvero tanto. Amo studiare diverse posizioni e provare a trovare la soluzione più efficace per ottenere qualcosa e mi piace molto insegnare a persone di diverso livello tecnico. Sia che si tratti di mostrare ad un principiante concetti basici riguardo la postura e il leveraggio e poi vedere come cominciano a capirle sia che si tratti di mostrare una tecnica per uno studente più avanzato e vederlo poi implementare la stessa nell’allenamento. Mi piacciono ugualmente entrambe le cose.

La ragione principale per cui aprirò l’accademia negli USA e non nella mia Danimarca o altri paesi europei è perchè vedo più potenziale per me come istruttore di BJJ qui negli Stati Uniti. Era anche importante per me scegliere un posto che fosse confortevole in cui vivere per me e la mia famiglia, e il Texas è un grande posto anche se ci sono ottimi posti anche in Europa.

A proposito, noi visitiamo l’Italia quasi ogni anno e amiamo tutto del vostro paese: la cultura, la natura, il cibo, le persone. È molto triste vedere ciò che sta passando l’Italia ora, stiamo pregando affinchè tutto possa presto migliorare.

A Novembre 2018 hai avuto un’operazione al ginocchio: come ti senti ora? Stai pianificando di tornare a gareggiare quando la pandemia di Coronavirus sarà finita?

In realtà ho dovuto poi operarmi di nuovo perchè i dottori avevano fatto degli errori, quindi l’ultima operazione risale a Settembre 2019. Il mio ginocchio comincia a stare meglio ora, ho passato un anno e mezzo in cui ho avuto difficoltà anche solo a camminare. Ora sto sperando di poter ricominciare ad allenarmi leggero a Luglio, ma potrei aver bisogno di aspettare un pochino di più in base a come evolve la situazione attuale.

Gareggerò di nuovo se il mio ginocchio sarà solido e sicuro, non lo farò se dovrò stare attento e proteggerlo. Al momento sembra che potrà tornare ok, quindi credo che potrei potenzialmente tornare a competere in qualche torneo minore nel 2021 e poi magari provare qualche grande torneo nel 2022.

La mia priorità principale da qui in avanti è la mia famiglia e la mia accademia, competere è qualcosa che faccio soltanto per me stesso. Voglio decisamente gareggiare di nuovo, e se lo farò sarà per testare il mio Jiu Jitsu contro i migliori al mondo ma senza mettere pressione su me stesso o creare aspettattive.

Qual è il tuo regolamento preferito e perchè?

Penso che il mio regolamento preferito sia quello IBJJF, perchè è quello che secondo ha più senso. Il problema più grosso è che non tutti gli arbitri sono competenti e onesti, penso ci sia bisogno di creare un sistema dove gli arbitri, specialmente quelli che arbitrano match di alto livello, vengono valutati in base alle loro performance. Se un arbitro mostra di non conoscere pienamente le regole o di non seguirle, allora viene rimosso dall’incarico.
Inoltre non è abbastanza conoscere le regole, gli arbitri devono anche sapere quello che sta accadendo: un arbitro deve essere in grado di analizzare una situazione, specialmente quando vengono dati punti di penalità per lo stallo.

Ho avuto arbitraggi in cui ho ricevuto penalità mentre ero bloccato in top position nella 50-50 o nella guardia chiusa con l’altro tizio che non faceva altro che tenere le gambe chiuse: questo è accaduto o perchè non hanno idea di quello che succede o perchè sono disonesti.

E peraltro dovrebbero smetterla di cambiare le regole ogni anno, e dovrebbero avere regole chiare anche per situazioni al limite. Quando qualcuno fa un ribaltamento o un takedown che termina fuori dalla materassina di gara è come se fosse una lotteria in cui potrebbe capitare un vantaggio, 2 punti, una penalità e 2 punti, oppure nulla. A volte pure lo stesso arbitro non è costante in certe situazioni.

Comunque penso che a parte questo il regolamento sia piuttosto buono.
Inoltre credo che avremmo bisogno di un regolamento universale utilizzato in eventi differenti. Pensa se ogni campionato di calcio avesse regole diverse!
Credo che possano funzionare anche regole Submission-Only dove c’è una decisione se nessuno finalizza: l’importante è che i giudici siano competenti, trasparenti, costanti in base al criterio utilizzato per determinare il vincitore.

Qual è il tuo consiglio per i giovani atleti europei che vogliono raggiungere una carriera di successo nel Jiu Jitsu?

Quando ero più giovane dicevo che era quasi impossibile prepararsi da soli per competere ai livelli più alti, ma oggi non la penso più così.
Sia perchè il livello del BJJ in Europa è migliorato tanto sia perchè ho una percezione diversa: non hai bisogno di allenarti in una accademia piena di atleti full time per avere successo.

Penso che tu abbia bisogno di compagni di allenamento a cui piace allenarsi duro e che hanno un buon livello di Jiu Jitsu, e direi anche che avere un bravo istruttore aiuta molto. Questo è il motivo per cui i brasiliani dominano lo sport: non per la genetica o la cultura o cose così. Hanno tante persone che si allenano e generalmente hanno più facile accesso alla conoscenza rispetto alla maggior parte degli europei perchè lo sport è lì da molto più tempo.

Ma il livello del Jiu Jitsu in Europa sta migliorando tanto, e oggi le persone sono in grado di recuperare informazioni e conoscenze da soli tramite seminari, dvd didattici e magari tramite viaggi per allenarsi in qualche accademia di alto livello.

La cosa positiva riguardo ad avere un buon istruttore è il fatto che è con te ogni giorno ed è in grado di correggere errori che tu da solo non riesci a notare, ma penso che si possa arrivare più o meno lontani anche da soli se si è diligenti e si cerca costantemente di imparare e poi mettere in pratica ciò che si impara con i compagni di allenamento.

Un’altra cosa che credo sia importante considerare è se si è sicuri di volere che il Jiu Jitsu diventi il proprio lavoro. Così come in tanti altri lavori ci sono difficoltà che le persone forse non riescono a vedere dall’esterno: in particolare fare l’atleta è molto duro a livello mentale e fisico e la maggior parte della gente si godrà il Jiu Jitsu molto di più se non perseguirà una carriera professionistica.
Questo non significa che anche questi non potranno provare a diventare la versione migliore di loro stessi: io lavoravo 40 ore a settimana come insegnante di scuola ad Abu Dhabi mentre mi allenavo per competere ad alto livello. Non lo consiglierei ad altri, ma non mettete limiti a voi stessi.

Siate sinceri con voi stessi riguardo a quanto volete usare lo strumento del Jiu Jitsu nella vostra vita: volete allenarvi un paio di volte a settimana ma studiando comunque tanto e godendovi l’Arte, migliorando sia a livello personale che tecnico? Volete provare a fare qualche competizione, magari pure qualche grossa gara internazionale? O volete che diventi il vostro lavoro gareggiando e poi insegnando?

Puoi vivere il Jiu Jitsu lifestyle anche senza far sì che diventi il tuo lavoro, come ti dicevo la maggior parte della gente probabilmente se lo godrà anche di più in questo modo. Tuttavia, se decidi di intraprendere una carriera nel Jiu Jitsu, mettici tutte le energie e tutta la passione che hai. Analizza ciò di cui hai bisogno per migliorare e imparare costantemente, credi in te stesso e nel tuo lavoro, non farti scoraggiare dalle persone che non credono nel tuo sogno, perchè tu sei l’unico artefice del tuo sogno.

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