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Doppia candidatura per il judo lombardo

Intervista a Fabrizio Bernabè e Cinzia Cavazzuti per le elezioni Federali regionali di Judo per il triennio 2021-2024.
Terminate le elezioni federali nazionali, ci saranno il 22 maggio 2021 quelle regionali per il triennio 2021-2024.
Oggi ci dedichiamo alla regione Lombardia dove c’è la possibilità di scegliere tra Cinzia Cavazzuti, già vicepresidente del Comitato Regionale FIJLKAM Lombardia nello scorso quadriennio, e il nuovo candidato Fabrizio Bernabè. Conosciamoli meglio da vicino.

Parliamo dei candidati

Cinzia Cavazzuti

Iniziamo da Cinzia Cavazzuti
Atleta azzurra che ha partecipato a due Olimpiadi, A Sidney nel 2000 classificata 5^, ai piedi del podio, e ad Atene nel 2004, al 7° posto. Ha vinto quattro medaglie in Campionati Europei tra cui l’oro del 2002 a Maribor in Slovenia. Laureata prima in Belle Arti e poi in scienze motorie oggi è istruttrice di judo 6^ dan e preparatrice atletica, attualmente vicepresidente in Lombardia.

Fabrizio Bernabè

Invece Fabrizio Bernabè è maestro di judo 5° dan e insegnante tecnico della ssd Ronin Monza, insegnante di educazione fisica oltre che chinesiologo e massofisioterapista. Ha ottenuto la stella di bronzo al merito sportivo Coni nel 2015 ed è stato atleta di interesse nazionale dal 1979 al 1981.

Passiamo ora all’intervista doppia

Innanzitutto benvenuti a Grappling Italia e Vi ringrazio per la Vostra disponibilità.
Che cosa Vi ha visto a candidarVi alla vicepresidenza della Fijlkam Lombardia per il settore del judo e qual è il Vostro obiettivo?
CC: Portare a termine un lavoro appena iniziato rispondendo alle richieste e all’entusiasmo di tanti.
FB: Vorrei mettere a disposizione la mia esperienza di insegnante, di maestro di Judo e il mio
tempo, per riunire la Lombardia! Da troppi anni siamo divisi in più fazioni e questo non fa bene alla
nostra regione. L’obiettivo principale, visto il momento, è quello di far ripartire al più presto le
palestre, cercando di utilizzare tutte le risorse possibili, sia di marketing che di sponsor, mettendo
a punto campagne di sensibilizzazione, anche scolastica, per ridare certezze a utenti e insegnanti.
Per Voi che cos’è il judo?
CC: Un’opportunità di contribuire al progresso umano e alla crescita di sé.
FB: La mia vita! Ho iniziato a praticare judo all’età di 12 anni… ne ho 61 e non ho mai smesso. È
quello che mi ha permesso di entrate nel mondo dello sport, mi ha dato la spinta per frequentare
l’ISEF, e per affrontare l’attività sportiva a 360 gradi. Queste due competenze, essere insegnante di
educazione fisica e maestro di judo, si sono poi fuse per proporre, sia nelle società in cui ho
lavorato che nella scuola, un progetto di crescita motoria e tecnica allo stesso tempo.
Di sicuro siamo in un difficile periodo, come pensate di risollevare la situazione per le varie associazioni di judo?
CC: Con serietà, trasparenza, credibilità acquisita in anni di lavoro, relazionandoci con le istituzioni e supportando le società dal punto di vista economico, promozionale, tecnico, organizzativo.
FB: Organizzeremo eventi per riempire le palestre con varie attività dedicate a tutti, dai più piccoli,
agli atleti agonisti, ai genitori che magari si avvicineranno alla disciplina che praticano i loro figli.
Stiamo preparando una campagna pubblicitaria sui social che intendiamo utilizzare anche dopo il
periodo di riapertura. Abbiamo contatti che contiamo di chiudere con uno sponsor che ci aiuterà
in questo progetto.
Inoltre, attraverso un partner informatico esclusivo, presenteremo una tecnologia che sarà in
grado di proporre alle società un pacchetto di offerte che vanno dalla gestione della parte
economica a quella dell’iscrizione a gare/manifestazioni private che, a costi contenuti e attraverso
una semplice App, porterà un grosso risparmio e tanta visibilità. Sarà una vera e propria
innovazione informatica che agevolerà in maniera significativa l’attività di ciascuna ASD e del
nuovo Comitato regionale.
Come utilizzereste i fondi del Comitato?
CC: Come abbiamo fatto finora: mettendoli a disposizione della collettività, aumentando la qualità delle proposte, della strumentazione, dell’organizzazione e investendo sui giovani.
FB: Sicuramente per aiutare le palestre a riaprire! Vorrei far partecipare gli insegnanti a costo zero
ai corsi di aggiornamento, e magari non far pagare l’iscrizione regionale alle prime gare che si
potranno organizzare, così da non gravare su atleti e famiglie.
Come si potrebbe promuovere ulteriormente il judo in Lombardia?
CC: Continuando a lavorare con trasparenza, organizzazione e competenza: creando eventi sensati, ben fatti, e promuovendoli all’interno e all’esterno dell’ambiente, anche sui media. Ricordo che da tre anni siamo il comitato più social d’Italia per interazioni con i nostri post su Instagram, Facebook, Twitter, Youtube. Possiamo migliorare ancora.
FB: Con una campagna pubblicitaria, affidata ad esperti del settore, da inviare a giornali, tv locali, e
canali social. E successivamente con tante attività che coinvolgano intere famiglie, e inserendo
insegnanti qualificati nelle scuole di ogni ordine e grado.
Puntereste allo sviluppo del judo nelle scuole? Se sì, partendo da quale grado scolastico?
CC: Lo faremo, partendo dall’Infanzia in avanti, con progetti mirati che sono già in fase di sviluppo: abbiamo avviato ad esempio un progetto europeo sulla sicurezza delle cadute che coinvolge diverse università e il nostro comitato: lo proporremo nelle scuole lombarde. Ma ci sono anche altre idee.
FB: Assolutamente sì, come dicevo. La scuola è alla base di tutto! Vorremmo ampliare i programmi
di qualche singolo insegnante che già insegna judo nelle ore curriculari delle scuole elementari e
renderli uniformi per tutti, a partire dalle scuole materne, fino alle scuole superiori. Il metodo
Movimente è sicuramente ottimo per i bambini piccolissimi, e vorremmo formare tecnici che
possano andare negli asili a divulgarlo, inviati e pagati direttamente dal Comitato alle scuole che
ne faranno richiesta. Stessa cosa per le altre scuole di ogni ordine e grado, pensando anche alla
difesa personale/MGA per i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, con un occhio di
riguardo al problema del bullismo.
Cosa fareste a favore del settore giovanile? Anche per recuperare i bambini e ragazzi che magari hanno smesso di praticare questa disciplina.
CC: Se parliamo di preagonisti, i format che abbiamo creato, pensati per una promozione inclusiva, stavano avendo grande successo, e sono stati sospesi per il covid. Saranno integrati da proposte educative pensate per i bambini che sono già in essere, ma vanno sviluppate, come il teatro di burattini sul judo e video disegni sulla storia del judo: non solo tatami, che è il cuore del progetto, ma un mondo di judo a misura di bambino.
FB: Purtroppo a causa di questa pandemia e alla paura del contatto tanti giovani hanno smesso.
Bisogna far loro capire che in ogni palestra si seguiranno i protocolli di sicurezza e che il contatto
non è da demonizzare, anzi sarà il nostro punto di forza per ricominciare una vita “normale”.
Prima riportiamo i giovani in palestra e prima potremo pensare anche al miglioramento tecnico in
vista della ripresa delle competizioni. Il confronto tra gli atleti è sempre positivo perché permette
di crescere!
E invece riguardo i judoka più esperti come i senior e i master?
CC: I senior e i master sono i pilastri del nostro sistema, e aggiungo che c’è una fascia di seniores che non è agonista e per cui devono essere pensati percorsi ad hoc. Tuttavia, è su esordienti cadetti e juniores che poggia il futuro: su di essi saranno i maggiori investimenti.
FB: Quelli dovranno fare da traino per i più giovani! E ogni categoria avrà tecnici dedicati che li
seguiranno nella crescita tecnica e agonistica.
E riguardo il settore del kata?
CC: Abbiamo organizzato 78 allenamenti gratuiti per tutti, 15 raduni agonistici e organizzato tornei e trasferte. Continueremo così, e posso dire che stiamo preparando un video didattico e promozionale sul kata (la realizzazione è stata sospesa per il covid) che sarà di grande impatto e interesse. Inoltre il kata fa sempre parte degli aggiornamenti obbligatori. Non si è mai fatto niente del genere prima.
FB: Vorremmo potenziare ancora di più il settore KATA, non solo a livello agonistico ma anche a
livello amatoriale: vogliamo far “amare” agli adulti e ai giovani questo ramo del judo,
approfondirlo anche a livello storico e filosofico, e in Lombardia abbiamo degli esperti in questo
che sono pronti a darmi una mano e a mettersi al servizio di tutti con le loro conoscenze e
competenze. A questo andremo ad affiancare un settore relativo agli Atemi, all’MGA e alla difesa
personale che permetterà anche ai genitori dei piccoli judoka, e a tutti quelli che scelgono una
strada non agonistica, di potersi cimentare e divertire, apprezzando le peculiarità della nostra
disciplina.
Considerereste il judo adattato?
CC: Lo abbiamo già considerato, proponendo un percorso di formazione per tecnici che è durato per tre anni, con un appuntamento annuale, e che ha visto ogni volta l’intervento di uno psicologo esperto del tema e della commissione nazionale disabili Fijlkam. Il circuito preagonistico che abbiamo pensato, inoltre, è di tipo inclusivo anche per allievi con bisogni educativi speciali.
FB: Il judo può essere adattato in vari modi: sia per i diversamente abili, sia, in questo periodo di
Covid, per lavorare senza contatto. Certo, fare judo senza contatto non ci permette di svolgere le
lezioni nella loro completezza, ma ci si può allenare lo stesso attraverso lo studio della tecnica,
oltre che facendo lavori specifici sulla preparazione fisica.
Per i diversamente abili, terremo corsi di specializzazione e aggiornamento per i tecnici interessati,
per avere la possibilità di interfacciarci con chi ha problematiche particolari che possono
migliorare attraverso il judo, utilizzando il filone inclusivo e/o quello del recupero.
Per quanto riguarda gli arbitri e i giudici di gara cosa fareste riguardo la loro formazione e aggiornamento?
CC: Potenzieremo la formazione, sulla strada intrapresa, soprattutto tramite video analisi e strumenti multimediali, per gli arbitri con l’allenamento costante durante i raduni regionali (incontri arbitrati) e affiancando le squadre regionali nelle trasferte (come abbiamo fatto accordandoci con gli organizzatori delle gare per farli arbitrare). Questo ha anche l’obiettivo di incrementare le loro esperienze e di far avvicinare gli arbitri e gli atleti e far considerare a ciascuno la posizione dell’altro, collaborando. Anche i presidenti di giuria saranno formati per il livello nazionale e internazionale.
FB: La formazione sarà curata dai nostri arbitri internazionali che hanno già confermato la loro
disponibilità. Cercheremo di avvicinare atleti a fine carriera a vestire questi abiti e a mettere a
disposizione le loro conoscenze in campo agonistico, trovandosi dalla parte di chi invece di un
judogi indossa una divisa federale. Per quanto riguarda la formazione, oltre ai corsi di
aggiornamento classici, faremo in modo che durante gli allenamenti regionali ci siano momenti di
randori arbitrato, che avvicineranno così i tre mondi, atleti, arbitri e tecnici, che insieme
cresceranno, impareranno e si aggiorneranno su regolamenti e interpretazione degli stessi in
modo pratico e non solo teorico! Inseriremo inoltre momenti in cui i giudici di gara abbiano modo
di chiarire agli atleti il funzionamento dei tabelloni di gara.
E invece cosa fareste per la formazione dei nuovi tecnici lombardi e l’aggiornamento di quelli già qualificati?
CC: Punteremo sulla qualità, come abbiamo fatto e ancora di più, e sulla diversificazione delle proposte di aggiornamento, in modo che ogni tecnico possa scegliere come costruire il proprio curricolo. In questi anni abbiamo portato in Lombardia 3 EJU SEMINAR di livello mondiale, e abbiamo avuto il problema che molti tecnici volevano partecipare a più moduli di aggiornamento rispetto a quelli obbligatori: credo che questo si commenti da solo.
FB: L’aggiornamento su più giornate e con più argomenti, come lo si fa adesso, era già stata una
mia idea che risale agli inizi degli anni 2000. Proseguiremo sicuramente in questa direzione,
cercando di portare argomenti che possono interessare un po’ tutti: dalle categorie giovanili, fino
agli agonisti di vari livelli, passando per adulti e amatori. Ma non mancheranno temi più generali
come alimentazione, dieta e calo peso, psicologia, primo soccorso, sicurezza, questioni fiscali, ecc.
Ho già contattato vari esperti che mi hanno confermato che ci saranno… Inoltre, penso di
mantenere, quando non servirà un tatami, l’utilizzo delle piattaforme virtuali per corsi teorici:
meno costi per tutti e più comodità a seguire i corsi da casa propria. Questo lavoro, in parte, è già
iniziato proponendo in questo periodo di chiusura, a tutti i tecnici che hanno voluto usufruirne,
seminari di formazione per prepararci alla ripresa su temi relativi alla psicologia di agonisti,
bambini e genitori (che sono disponibili sul sito www.judoinsieme.it).
Riguardo questo, secondo me, capita non di rado che vengano promosse sia al grado successivo o per qualifiche persone non proprio preparate. Per me ogni cintura nera e ogni insegnante tecnico poi andrà a rappresentare il nostro sport, quindi se non sarà adeguatamente preparato, la credibilità del nostro settore verrà messa in discussione. Cosa ne pensate?
CC: Il problema è sistemico, italico e non riguarda solo il judo o il Comitato Regionale. Per quanto riguarda gli aspiranti, abbiamo imposto la frequenza obbligatoria e vigilato sulla serietà della proposta didattica e sulla risposta dei corsisti. Chi non era adeguato non è stato ammesso all’esame. Credo non sia mai accaduto in passato. Per i gradi, invece, abbiamo cercato di potenziare l’offerta formativa  per tecnici e atleti. L’esame è solo il punto d’arrivo: il problema non si risolve all’esame, ma a monte.
FB: Assolutamente d’accordo. Basta “regali”, il lavoro serio e costante paga sempre, ed è il
messaggio che vorrei passare ai giovani e a chi si iscrive ad un corso per diventare aspirante
allenatore o cintura nera. Chi non è preparato sarà inserito in corsi di recupero per colmare le
lacune, per poter raggiungere il traguardo in un esame successivo e in modo degno e decoroso!
Come sarà composta la Vostra squadra?
CC: Si è formato un bellissimo gruppo di lavoro, ampio ed entusiasta: ho chiesto a chi fosse interessato di candidarsi a prendersi una responsabilità. Il gruppo, il cui nucleo è quello già consolidato, sarà ampliato, coeso e competente.
FB: Da tecnici fidati e competenti, che hanno tanta voglia di lavorare e dare il loro contributo, ma
anche di esperti in vari settori: informatico, psicologico, alimentare, e tanti altri. In ogni settore ci
sarà un coordinatore, esperto e competente per quell’incarico, che potrà avvalersi di una squadra
di 3 o 4 persone che collaboreranno e relazioneranno periodicamente al V.P. e al direttore tecnico.
In ogni gruppo ci sarà un tecnico giovane che farà esperienza: sarà così formato, per far sì che il
lavoro possa proseguire nel futuro con le stesse modalità e con continuità…
Qual è il Vostro motto?
CC: Insieme per crescere
FB: “Insieme si può fare!”
Secondo Voi qual è il Vostro punto di forza rispetto all’altro candidato?
CC: L’esperienza come dirigente e un programma concreto onesto che non cerca facili consensi.
FB: Puntiamo tanto sul settore giovanile. Più la base della piramide è larga, più giungeranno
persone al vertice. E il vertice, cioè gli atleti di alto livello, avranno a disposizione una vera
“accademia” con tecnici di grandissima esperienza nazionale e internazionale, per emergere.
Saranno appoggiati e seguiti in tutto e per tutto… Vogliamo far tornare la Lombardia una fucina di
campioni! Ma allo stesso tempo non vogliamo dimenticare chi non fa judo per agonismo ma per il
piacere di seguire una disciplina che lo faccia sentire ogni giorno una persona migliore.
Sareste disponibili a collaborare tra di Voi? Sia in caso di “vittoria” che di “sconiftta”?
CC: La porta per Fabrizio è sempre stata aperta.
FB: In realtà abbiamo provato ad intraprendere un percorso comune, ma divergenze sul progetto
non lo hanno reso possibile. Da parte mia, ci abbiamo messo tutta la buona volontà, ma ci siamo
purtroppo scontrati con un muro. Comunque il nostro gruppo sa che il lavoro da fare è tanto, ed in
caso di vittoria non abbiamo preclusioni sui nomi, ma siamo disposti a tenere in considerazione chi
in questo momento non sta con noi. Siamo per unire e non per dividere!
C’è qualcosa che vorreste aggiungere?
CC: –
FB: Chi vincerà avrà un grosso lavoro da fare, e quindi sicuramente lo sforzo sarà da portare avanti
insieme…
Cari lettori potete vedere meglio i loro programmi e rimanere aggiornati: per Cinizia Cavazzuti su Facebook https://www.facebook.com/ProgettoJudoLombardia2.0 e per Fabrizio Bernabè sul sito https://www.judoinsieme.it/
Siamo giunti alla fine, Vi ringrazio ancora e Vi faccio un grosso “in bocca al lupo” sperando di vedere la Lombardia come regione top in Italia.
Giada Chioso

Giada Chioso

Atleta agonista di judo, grappling (-gi e no-gi) con partecipazioni a gare internazionali anche di sambo, kurash e sumo. Insegnante tecnico di judo FIJLKAM. Laureata in scienze motorie e alla magistrale in scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate con esperienza nella rieducazione motoria.

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