BJJ e Grappling: Cosa manca ancora allo stato attuale?

Nota del Chupa: prima che si scateni l’inferno: Natale scrive per la realtà del sud italia, al nord le cose sono un po diverse. Cio non toglie nulla al valore dell’articolo che vi propone

 

Sono ormai tre anni che sono all’interno del circuito agonistico italiano di Brazilian Jiu jitsu e, più recemente di Grappling. Come me, ci sono altre centinaia di persone, dagli agonisti più preparati a coloro che per le prime volte si affacciano timorosi su tatami esterni alla loro palestra e che vogliono combattere con nuove persone.

Come me tutti loro devono confrontarsi ancora una volta con due sport in cui ancora un background federale si sta costituendo, essendo entrambi relativamente recenti nel contesto italiano, con tutti i contro della cosa.

Due sport tra di loro totalmente complementari, ma che in alcuni aspetti ancora differiscono troppo negli aspetti organizzativi. Ad una prima, fondamentale occhiata, si nota subito un punto di distinzione fondamentale: il Brazilian Jiu jitsu manca proprio di una federazione ufficiale, mentre i praticanti italiani del grappling sono associati, insieme ai praticanti di MMA alla FIGMMA (federazione italiana Grappling Mixed Martial Art). Questo permette ai grapplers di avere un vero e proprio network di competizioni, con alle spalle un’associazione che può almeno supportare finanziariamente le società nell’organizzazione degli eventi e nella fase di assicurazione medica.

Nel Bjj invece la totale mancanza di un regolamento italiano (continuiamo sempre a sfruttare il regolamento  della federazione internazionale IBJJF) e di uno statuto organizzativo ha creato una bella confusione generale. Primo punto: i costi, non un elemento di secondo piano in tempi di crisi internazionali.  Competizioni nazionali ed internazionali ancora troppo costose, senza fondi per i vincitori o posti per tornei più importanti. Purtroppo è così, si può gareggiare in tutto se cintura (e portafoglio) lo permettono, creando così la paradossale immagine di tornei europei con determinate categorie di peso che hanno 3 o 4 iscritti tra le bianche a causa dei costi di iscrizione e di viaggio che superano le centinaia di euro.

In più le competizioni sono ancora troppo poche nella penisola. Abbiamo le solite 6-7 gare (Milano Jiu jitsu challenge, Roma Jiu jitsu challenge e Torino Jiu jitsu challenge per citarne alcune)  in kimono sponsorizzate dalle associazioni sportive più importanti e poi basta. Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, però, sto notando la nascita di competizioni minori che però nel tempo potrebbero migliorare il ventaglio competitivo del Bjj italiano, come la Salento Bjj cup che ha permesso di avere un torneo in Puglia per la prima volta. E prima di allora al di sotto di Roma era difficile pensare di poter indossare il GI contro avversari di altre regioni.

Nel grappling invece la presenza della federazione permette di creare un maggior numero di eventi, ma l’eccessivo sviluppo numerico di quest’ultimi porta a non pochi problemi organizzativi. Non farò nomi, anche perché è una situazione che ho visto in molte gare, ma è ormai situazione comune vedere bilancie sfasate da troppe pesate o atleti che vengono pesati tutti insieme non subito prima la loro lotta (come vorrebbe il regolamento federale) e che quindi hanno tutto il tempo di recuperare il peso, dopo una dieta a pane e proteine che li ha portati al limite di categoria. Qualche volta ho visto addirittura gente pesarsi in tuta e scarpe con gli allenatori che la usavano come scusante per l’eccessivo peso del proprio atleta, tentando così di farlo iscrivere alla categoria inferiore. Semplicemente scandoloso.

Gestire al meglio tutta questa situazione richiederebbe il doppio del tempo nell’organizzazione, ecco perché, soprattutto negli eventi minori, sono lasciati da parte, come dettagli, con gli allenatori che pensano solo a fare incetta di medaglie per migliorare il medagliere del team (e quindi la propria fama), piuttosto che a permettere un incontro leale.

Gli arbitri che tendono a favorire il proprio team poi non mancano, a volte con squalifiche palesemente errate; ma questo è ciò che succede quando il regolamento lascia spazio a molte disambiguità, soprattuto se non viene reso noto se si tratta del regolamento di Jiu jitsu senza kimono o il regolamento grappling.

Altro aspetto fondamentale, per cui da molti anni tantissimi allenatori internazionali, tra i quali Octavio “Ratinho” Couto (cintura nera di BJJ ed allenatore di Fabricio Werdum) stanno lottando per l’introduzione dell’antidoping nelle competizioni di Bjj. E’ mancato addirittura ai mondiali ad Abu Dhabi dello scorso anno e questo fa riflettere se pensiamo che si tratta della competizione a cui aspira di arrivare chiunque si metta addosso un kimono da Brazilian Jiu Jitsu. A quanto pare però il problema è giunto alle orecchie della federazione internazionale, ed è possibile che dal 2012 delle misure in merito saranno prese, come anticipa anche graciemag, autorevole rivista del settore.

Ma sono solo voci, arriveremo mai alla creazione di un circuito agonistico di BJJ e grappling con un’organizzazione che non sia “all’italiana”, con inghippi e poco controllo, come tutte le cose? Già internazionalmente le cose non vanno alla grande, speriamo di rimetterci al passo velocemente.

  1. giulio, l’organizzazione la trovi anche a roma dagli anacoreta e a torino. cioè vai e sai i tuoi orari, anche se non hai pagato in anticipo, ma ti sei pre-iscritto come nel grappling. per l’assicurazione tutte le asd devono assicurare i loro atleti.

  2. Nelle gare di BJJ è possibile fare il cronogramma per il semplice fatto che c’è la preiscrizione e se non rientri nel peso sei fuori e butti i soldi che hai pagato… non è che ci vuole tanto.
    Nel grappling paghi al momento della gara (20 euro) e se scazzi con il peso ti fai la categoria superiore e se perdi con un finalista vieni ripescato.
    Il Milano Challenge è una gara DA PAURA sia chiaro, ma questo non vuol dire che la coppa italia e il campionato nazionale siano mal organizzate… e non dimentichiamo che vincere UNA delle due tappe ti da il diritto di fare la selezione per entrare in nazionale.
    Le gare di BJJ sono
    Milano
    Torino
    Roma (QUELLA DEGLI ANACORETA)
    Salento
    poi per quanto mi riguarda, come responsabile dei miei ragazzi, la presenza della copertura assicurativa è una discriminante di peso assoluto…

  3. due miei amici sono stati a livorno e mi hanno detto che anche lì i tempi di attesa sono stati biblici. non credo che sia colpa di chi organizza, perchè lo schema è quello ed in tutte le gare di grappling i tempi sono pazzescamente lunghi. nel bjj, come ho già detto, entri e teoricamente 30 min dopo gareggi e se vai avanti in una o due ore esci e te ne vai.

  4. sul livello dei challange(sopratutto milano) non ce ne è state di gare all’altezza organizzativamente.
    gare figmma non c’e mai gli orari di combattementi seppur anche solo indicativi,non ho mai trovato una gran logica nell alternarsi delle varie categorie(troppo tempo tra una lotta e l’altra per gli atleti)
    con un regolamento in cui si premia la proiezione(giustamente)e necessario porre l’obbligo di organizzare gare con tatami adeguati(a livorno domenica c’era un tatami 9×9 ed un altro 6×6 o 7×7 sul quale ho visto tante di quelle proiezioni finire fuori…è inutile che l’arbitro faccia lottare in piedi a 20 cm dalla fine del tatami)

  5. @vito ho visto competizioni in cui succedeva di pesarsi con tuta e scarpe, con gli allenatori che cercavano di imbonire gli organizzatori ad essere clementi…purtroppo come ho statato nell’articolo, un regolamento c’è, ma manca la coscienza di applicarlo in maniera rigorosa.

    E poi se leggi bene quando parlo di controlli antidoping parlo esclusivamente del bjj…conosco la situazione ai tornei fila, avendoci gareggiato ;)

  6. Ho preso parte a gare sia di bjj che di grappling e devo dire che, innanzitutto il grappling sta allineando i suoi costi alle gare di bjj, nonostante ci sia la federazione, ecc ecc. inoltre il bjj ti permette di sapere a che ora lotterai, con uno scarto di una mezz’oretta massimo, mentre nel grappling entri nel palazzetto e magari ti capita di lottare dopo 10 ore. direi che nel bjj c’è più ordine e le gare sono meglio organizzate e più ordinate, anche se la mancanza di una federazione rende tutto un pò estemporaneo e non propriamente uniforme, come diceva anche natale nel suo pezzo. pro e contro in entrambe le discipline, ma la cosa peggiore è che nel bjj si gareggia veramente poco e niente in italia

  7. Un paio di appunti veloci:

    – Nel Grappling FIGMMA ci si pesa o il giorno prima o la mattina della gara e non prima di lottare (quello si fa solo nel BJJ).

    – Nessuno viene pesato in tuta o scarpe e non c’è tolleranza al peso se non l’incertezza della bilancia (come riportata dal manuale tecnico).

    – A livello internazionale nel Grappling (ossia nei tornei FILA) c’è il controllo antidoping.

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