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Prima di tutto il mio rispetto per Lyoto Machida, degno possessore del sacro monociglio, come Bergomi ed Elio prima di lui. Scherzi a parte questa mini intervista apparsa su tatame è interessante: quando si pensa a un combattente brasiliano si immagina un buon grappler con appena decenti abilità da picchiatore, ma questo sta cambiando. Gli artefici di questo cambiamento sono Anderson Silva e Lyoto Machida. Il campione di Karate Shotokan (nonche detentore del titolo dei massimo leggeri UFC) ci ricorda: “Noi (il brasile NdR) ha sempre avuto grandi campioni di boxe come Arcelino “Popó” Freitas, e sempre grandi combattenti di karate e kickboxing.
Abbiamo sempre avuto grandi combattenti in piedi, oltre a ovviamente al jiu-jitsu, che ci ha aperto il mondo. Non posso fare a meno di ricordare che anche prima di me e Anderson c’erano grandi striker brasiliani nell’UFC, come Marco Ruas, Pedro Rizzo e Vitor Belfort.”
Le percussioni sono sempre state definite una lotteria, poichè un pugno può concludere un incontro, ma Lyoto garantisce che non è cosi:
“Secondo me questa cosa ha poco senso. lo Striking è il vero gioco di scacchi, ed è dove metto tutta la mia tecnica. Qualche volta faccio muovere l’avversario dove voglio,altre volte lascio uno spiraglio aperto cosi può calciare e io posso ribattere”