Era la serata giusta alla fine di un periodo sbagliato. Microfratture alle mani, tendinite al piede sinistro e come se non bastasse colica renale 4 giorni prima del match, tuttavia volevo esserci, dovevo esserci. Due sconfitte consecutive avevano trascinato il mio povero morale sotto terra. Mi sentivo impreparato poco motivato e non soddisfatto di quello che ero. Fisicamente gonfio di acciacchi. Ma la passione, quella che mi teneva sveglio le notti dopo la palestra perchè in ogni dove il dolore si faceva sentire, acuto e preoccupante. La sera del match senza un motivo apparente i dolori svanivano, incredulo mi sentivo pronto ed al massimo. In un crescente di adrenalina sentivo avvicinarsi il mio momento, l’ultimo match. Il mio avversario un Francese di cui ancor oggi non conosco il nome. Luca mi massaggia sapientemente prima del riscaldamento e Pilade con i suoi consigli mi da quello che mi mancava, una vera motivazione. Dicono il mio nome e sento la mia musica. è il momento, è il mio momento. Il match inizia e dura pochi secondi, secondi nei quali il mio corpo non ha pensato ma ha agito come mai prima d’ora. un istinto animale, puro e aggressivo, ha armato la mia mano, riversando sul mio avversario una rabbia per me prima d’ora sconosciuta.