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John Cholish si ritira per le paghe magre

Aveva già deciso che quello di sabato in Brasile sarebbe stato il suo ultimo

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Lo aveva annunciato su twitter poche ore prima del match perso sabato contro Gleison Tibau.
Il motivo sono le paghe basse che gli hanno fatto capire che non ne valeva la pena. Sarà che avendo un’ educazione di alto livello, un lavoro fisso come consulente finanziario a Wall Street e, a suo dire altri progetti al di fuori delle MMA, non sia uno quindi che vive per combattere e non potrebbe fare altro come un Toquinho della situazione.
Ma il problema delle borse rimane perchè ad esempio nella sua ultima paga pubblicata ha preso 4000 dollari per combattere e 4000 di bonus vittoria. Pagando tutti gli allenatori, tasse, bollette, integratori ecc… ovvero tutto quello che serve per dare il proprio meglio in UFC, rimane pochissimo se non niente come a John che spesso va in passivo per combattere e stima che perderà 5 o 10000 dollari per essere andato a combattere in Brasile.

Sappiamo che le paghe pubbliche non riflettono i guadagni soprattutto delle big star perchè non includono le percentuali sulle payperview e altri bonus discrezionali che Dana sostiene di elargire con generosità.
Però un sistema retributivo del genere fa salire dei dubbi sulla sua giustizia e le lamentele di gente come Rampage li confermano.

John pensa che l’ufc dovrebbe pagare meglio soprattutto i fighters minori per permettergli di prepararsi in maniera adeguata ai match. Ad esempio nei match all’estero l’UFC paga viaggio e volo solo al fighter e ad un coach. In MMA però sappiamo che per essere al massimo livello c’è bisogno di vari coach per le varie discipline e fasi della lotta(GSP lavora con sette coach se contiamo anche l’allenatore di ginnastica). Il resto lo ha pagato quindi Cholish che ci tiene a ricompensare adeguatamente i suoi allenatori per l’aiuto e il tempo investito in lui.
Nell’intervista di poco fa ad MMAHour ha dimostrato il suo rispettoso disappunto dando un pò di numeri sui guadagni dell’UFC(ad esempo il prezzo del biglietto raddoppiato rispetto ai prezzi medi delle manifestazioni sportive americane dal vivo) per mostrare come sia più che capace di ricompensare adeguatamente gli atleti che rischiano la salute per intrattenere i fans.
John sostiene che molti fighters sono d’accordo con lui ma non ne parlano per paura di ripercussioni(uno sabato ha addirittura rifiutato di fare una foto con lui per le dichiarazioni di John). Si augura quindi che altri fighters si espongano ma è pessimista sul fatto che le cose possano cambiare partendo dagli atleti perchè non crede che un GSP possa accettare di entrare in una union e sacrificare parte dei suoi meritati guadagni.

Non si sente quindi il futuro capo di un’azione di protesta ma spera soprattutto di influenzare i fan ed educarli sul problema delle paghe ai fighters(c’è già chi ha diffuso l’hashtag #paythefighters su twitter).