Si ritorna ad Andria: Submission Cup al secondo giro di boa

Si ritorna ad Andria: Submission Cup al secondo giro di boa 1

Sebbene un po in ritardo -essendosi tenuta il 4 Dicembre 2011- vi posto il resoconto di una gara di arti marziali miste ormai conosciuta ai praticanti rodati della Puglia: l’ Andria Submission Cup.

Giunto ormai alla sua sesta edizione, solitamente divisa in due tornei all’anno, è la vetrina perfetta per coloro che vogliono mostrare le loro qualità nella lotta a terra e nello striking. Come al solito infatti hanno avuto luogo tornei di Brazilian Jiu Jitsu Nogi, k1 e mma, novità introdottasi recentemente nell’evento, ma che ha già riscosso un notevole successo, trainata anche dal suo appeal televisivo ormai anche conosciuto dal pubblico italiano.

Alla base una sinergia territoriale. Puglia e Campania che si uniscono per creare il torneo del Sud-Italia, diretto dal maestro Marco Galzenati – cintura nera di Bjj campana- e dal maestro Paolo Girone -cintura viola – del team Wcra di Bari. Si mantiene anche la location, il palazzetto comunale della città pugliese famosa per la mozzarella, che ha permesso la presenza di più tatami per velocizzare i combattimenti e per non far stancare il generoso pubblico accorso per vedere i propri atleti o solo per dare un’occhiata.

Caratteristica comune sono anche la spettacolarità delle lotte e la correttezza degli atleti, che per fortuna sembrano essere una costante, mantenendo eventi come questi delle occasioni per stare bene insieme e per cercare di dimostrare la propria bravura senza prendere troppe botte. Poi se ci scappa la medaglia anche meglio.

Tanti gli atleti che combattevano nelle varie discipline, con tutti i principali team del sud Italia a partecipare, provenienti dal tacco assolato della regione, a noi tutti meglio conosciuto come ‘Salento’ fino alle regioni che delimitano quel ‘centro d’Italia’ ancora non ben definito.

Sui tatami il sudore versato ha permesso di vedere i risultati di una nuova leva di combattenti. Tanti infatti non solo i partecipanti, ma anche le medaglie per lottatori ventenni, simbolo di un mondo della lotta che si apre sempre alla ricerca di nuovi talenti. Il motto sembra chiaro: “non è solo l’esperienza che paga, ma anche la passione, la dedizione e l’istinto. Proprio questo è un elemento che spesso designa il migliore quando l’abilità di lotta tende ad essere pari. Istinto e sangue freddo, e questi ragazzi ne hanno da vendere.

Devo ammettere che fa commuovere vedere cinque medagliati del team Wcra di cui faccio parte. E questo non perchè sono del mio team, essendo sempre il più imparziale possibile nei miei post, ma perchè appartengono – come il sottoscritto- a quella categoria di cui ho detto sopra. Due hanno addirittura meno di 18 anni. Non si può chiamare orgoglio questo?

L’orgoglio di vedere che per qualcuno questo mondo non è risultati ma solo tanto divertimento. A dispetto del sudore, della fatica e dei dolori. Certo voi mi direte sono più i dolori per un cinquantenne che si butta sul tatami per la prima volta dopo tanti allenamenti. Ma ciò che questi ragazzi hanno e che non si ottiene con l’allenamento sono l’umiltà e la maturità. Valori che servirebbero molto di più delle sostanze dopanti nello striking e nel bjj/grappling.

 

Si ritorna ad Andria: Submission Cup al secondo giro di boa 2

 

 

 

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