MMA-Italy: l’intervista alla trinità

Ringrazio Basilio Tazio, Michele Villani e Guido Colombo (ovvero le tre persone dietro al progetto MMA-Italy) ,per l’intervistà tripla che ci hanno concesso.

Ciao a tutti di MMA-Italy grazie per questa intervista per Grappling Italia.

Iniziamo con le presentazioni… chi siete, cosa fate, come vi conoscete insomma parlateci delle persone dietro al progetto MMA-italy

Guido: io sono il direttore tecnico della Versus (www.ssversus.com) una società di K1, MMA e difesa personale attiva ormai in ben tre Regioni italiane (Lombardia, Emilia Romagna e Lazio) e sono di base a Legnano (MI). Ho da sempre la passione delle arti marziali ed ho cominciato a praticarle 20 anni fa. Ho sempre creduto che la preparazione di un combattente dovesse essere a 360 gradi per potersi dire tale. Purtroppo all’epoca non esisteva nemmeno il concetto di MMA e men che meno delle palestre. Qualche anno dopo cominciarono ad arrivare le notizie dei primi UFC ma non c’era ancora internet. I contatti quindi erano quasi impossibili e riuscire a recuperare un video in VHS un’impresa. Ho quindi sempre praticato varie discipline, sia di striking sia di grappling, cercando in qualche modo di “formarmi” da solo. Il tutto era aggravato dal vivere in una realtà di provincia che non mi offriva nemmeno una semplice palestra di Kickboxing. Ho comunque cercato di avvicinarmi quanto più possibile alle vere MMA e di farle al contempo conoscerle. In questo senso quando ero attivo nell’allora Federcombat (poi CISCO e poi ancora FIST prima di scomparire) ho sempre sostenuto l’opportunità di aprirci a questo settore. Stiamo parlando della fine degli anni ’90 e dei primi anni 2000. Non esistevano ancora galà di MMA in Italia (che peraltro sono ancora pochi) e inserivamo qualche volta 1 match o 2 in una serata di Thai e Kickboxing. Ricordo per esempio il Kombat festival di Costaguta a Genova e i galà di Ravarro a Padova. In quell’epoca pensai anche di organizzare i primi match di MMA light allo scopo di far avvicinare anche ragazzi che non avessero ancora un’esperienza specifica. Nacque così il mio “Mixfighting Fever”, un evento che all’inizio era solo di light. Era il 18 aprile 2003. Tra gli iscritti c’erano anche due giovani del team “Valetudo Pavia” di Matteo Piran, Christian Binda ed Ivan Serati. Mancava ancora molto al loro esordio (20 maggio 2006).

Ho poi continuato a svolgere la mai attività nelle MMA come organizzatore (dal 2007 Mixfighting Fever è diventato un galà a contatto pieno), arbitro e tecnico (al momento tengo un corso per amatori, sperando presto di avere degli atleti pronti per combattere).

La vera svolta però è stata conoscere Tazio ad una di queste “garette”. Dico garette perché allora gli iscritti erano ancora pochi. Era il 2005. Nell’autunno di quell’anno lanciammo il progetto MMA Italy con le prime gare light, il logo e successivamente anche il sito. Poi sono arrivati anche gli eventi a contatto pieno (Il io MF nel 2007 è diventato un evento full) e la submission, una crescita che non ha conosciuto arresti. Nel frattempo ho anche aperto una mia palestra a Legnano (MI) e spero presto di potermi togliere qualche soddisfazione anche come allenatore oltre che come arbitro ed organizzatore”.

TAZIO E MICHELE: Ciao a tutti, siamo gli allenatori della società sportiva “MMA/Gracie Barra Biella” dove ci si allena nelle MMA, nel Brazilian Jiu Jitsu, nel Grappling. Al di fuori di quelle che sono le nostre esperienze personali nelle arti marziali, riteniamo che ci sia sempre da imparare, da chiunque, al fine di migliorarsi e crescere, questa è la mentalità primaria della nostra scuola. Cerchiamo di allenarci sempre e ovunque per prendere spunti da trasmettere ai ragazzi che frequentano la nostra società sportiva . Non siamo ne Fedor ne Braulio Estima, ma cerchiamo di fare del nostro meglio nella massima serietà.

Abbiam conosciuto Guido tra il 2004 e il 2005 quando già per suo conto organizzava dei piccoli eventi sin dal 2003. Con idee comuni e voglia di fare da parte di tutti e tre, abbiam, è proprio il caso di dire, “PROVATO” a lanciare il progetto “MMA-ITALY” senza grandi aspettative, cercando di dare un regolamento quanto più permissivo che consentisse match interstile tra varie discipline in un circuito al quale si possa partecipare senza affiliazioni e costi contenuti x quel che riguarda il light e che mettesse sul ring/gabbia, non solo atleti esperti o stranieri, ma debuttanti e italiani per questa disciplina allora pressoché sconosciuta.

Il circuito MMA-italy ha ormai chiuso il quinto anno d’attività e il numero di atleti è sempre crescente specie nelle MMA, direi che l’organizzazione sta andando bene. Nelle vostre gare ci sono tornei a light contact… con caschetto, paratibie e guantini… come sono le regole per sommi capi?

G: “Sono di base le stesse delle MMA a contatto pieno. Da tempo abbiamo abbandonato il caschetto perché ostacolava la lotta. Le uniche protezioni in più rispetto al full sono i paratibie. Il regolamento vieta le gomitate, le ginocchiate al volto e le leve in torsione ed alcune tecniche estremamente pericolose come le cervicali. Per il resto valgono le regole delle MMA, Ground and Pound compreso, con l’unico obbligo chiaramente di controllare i colpi come quando si fa sparring in palestra”.

Come mai mma a contatto leggero?

T e M: Lo scopo è stato sempre di divulgare questa disciplina, così come di cercare di far crescere il “parco atleti” italiano per questo sport, parecchi atleti hanno fatto “gavetta” nel light e nel grappling per poi passare alle MMA a pieno contatto.

Pensate che sia la formula migliore avete mai pensato a qualche altro tipo di regolamento?

T e M: “Non usiamo più il caschetto (anche se rimane facoltativo per chi lo vuole indossare). Quanto al resto, cerchiamo sempre di migliorare la formula. Abbiamo anzi già adottato diverse variazioni come l’introduzione del G&P da due anni a questa parte che prima non c’era”.

Il vostro pool di fighter a contatto leggero si sta riempiendo di talenti, pensate di utilizzarli anche per altri eventi a contatto pieno?

G: “Certo anzi è già stato fatto. Alcuni atleti che hanno cominciato col light ormai hanno diversi match di full alle spalle, altri continuano con entrambi e c’è stato persino qualcuno nell’ultima tappa che ha esordito nel light pur avendo già dei match di full alle spalle. Hanno capito quanto sosteniamo da sempre: il light serve per prepararsi al full, è una forma di allenamento tecnico”.

In che altri progetti siete coinvolti?

G: “A parte la nostra attività con le rispettive palestre (www.ssversus.com e www.mma-biella.com) Guido porta avanti per suo conto un’attività didattica ed organizzativa nel K1 Style e nelle arti marziali filippine. Più in generale collaboriamo con chiunque voglia fare qualcosa nelle MMA in Italia. In particolare mi piace ricordare la partnership con la Golden League di Marco Costaguta, che in media 5 volte l’anno ci permette di inserire dei match di MMA (full) nei suoi eventi di thai e kick a Genova. Abbiamo collaborato e collaboreremo anche con altri promoter anzi, le richieste in questo senso stanno aumentando”.

Parliamo della submission, l’idea del torneo è ottima pero non è facile riuscire a separare atleti di classe B da quelli di Classe A, quale è la vostra politica a riguardo?

M: “Cerchiamo di adottare il criterio del livello di esperienza. Nella classe B competono le cinture bianche e blu di BJJ o grado equivalente di altre discipline, nella A le viola o superiori. Certo, non sempre è facile perché ci può essere la blu che ha però già tanta esperienza agonistica alle spalle. Noi comunque chiediamo anni di pratica ed esperienza agonistica dei loro atleti a tutti i team e cerchiamo, per quanto possibile, di elaborare le griglie iniziali abbinando atleti con il livello di esperienza quanto più simile possibile”.

I regolamenti del No-gi sono tutti simili anche se piano piano si stanno delineando delle differenze che in futuro saranno ancora più grandi ( adcc, Figr, bjj) che regolamento trovate più interessante?

T: Crediamo che ognuno di loro, abbia delle parti più o meno interessanti, metter d’accordo tutti non è facile, noi abbiamo un nostro regolamento per il Grappling, che come gli altri, si incrocia su certi punti e differisce invece su altri. Dirti quale sia meglio è impossibile, è troppo soggettivo. Stiamo anche valutando alcune piccole modifiche proprio al regolamento No-Gi.

Quali sono i punti che si differenziano principalmente?

G: Come già detto alcune cose si incrociano con alcuni regolamenti altre invece con altri ancora, dunque non è facile trovare qualcosa che “abbiamo solo noi”. Giusto per fare un esempio, saltare in guardia tirando l’avversario a terra, da noi non comporta nulla, cosa che, in diversi altri regolamenti invece, si calcola come penalità, così come un ribaltamento da noi non genera punteggio. In ogni caso i regolamenti completi sono consultabili per intero nella sezione “regolamenti” del nostro sito. Presumibilmente gli aggiornamenti 2010 saranno online entro fine settembre.

Rimanendo in temi di regolamento, come già successo avete proposto una formula ancora inesistente in Italia per la classe A del Grappling dove non esiste punteggio, ce ne parlate?

T e M: La classe A è stata introdotta solo lo scorso anno utilizzando questa formula, in quanto riteniamo che gli atleti più esperti debbano puntare maggiornmente alla finalizzazione piuttosto che alla vittoria per punti. Pertanto abbiamo proposto due round, il primo da 20 minuti ed un eventuale secondo da 10 in cui non c’è alcun punteggio, ma si vince unicamente per finalizzazione. Va aggiunto che non viè nemmeno categoria di peso, dunque è una sola classe open in cui gli atleti al fine di risparmiare energie per gli incontri successivi, cercheranno di raggiungere lo scopo nel minor tempo possibile. Gli atleti facenti parte di questa classe, sono tutti esperti grapplers, praticanti d bjj dalla cintura viola in su, e dunque il livello tecnico è molto elevato. Gli atleti iscritti alla classe B che se la sentono o vogliono provare questo tipo di regolamento, possono partecipare senza alcun costo di iscrizione aggiuntivo a questa classe se ne fanno richiesta al momento dell’iscrizione. Se dopo i due round ancora non c’è un vincitore, decide l’arbitro in base alla maggiore attività o dominio chi decretare come vincitore. C’è stato anche un match pari in una finale di tappa tra Andrea Lavaggi (Rio Grappling Club) e il Brasiliano Cristiano Da Silva (MMA Atletica Boxe), quest’ultimo poi divenuto campione Italiano di questa categoria alla fine delle quattro tappe.

Parliamo dei piani futuri (stagione 2010 -2011). Di quante giornate si comporrà il vostro campionato?

T e M: “Crediamo che il campionato italiano di MMA Light e Submission resterà su quattro tappe, cercando però di aggiungere qualche location diversa rispetto agli anni passati. Stiamo però valutando l’opportunità di aggiungere una Coppa Italia. Un giorno, magari, se i numeri lo permetteranno, penseremo a qualcosa di regionale, ma ad oggi è comunque una meta lontana a nostro parere”.

Quando pensate di partire e di finire?

T: La stagione è già iniziata, infatti sul sito www.mma-italy.com c’è già un calendario provvisorio sia per il contatto pieno che per il contatto leggero. La Golden League, così come Mix FIghting Fever, che quest’anno sarà preceduto, molto probabilmente dal contatto leggero e grappling nel pomeriggio, sono sicuramente i primi eventi di una certa rilevanza e per i quali stiamo già selezionando atleti per il Matchmaking.

Pensate di muovervi un po’ più a sud, magari unendovi ad altre realtà locali?

Tutti: “Se ci sarà occasione assolutamente si. Siamo stati accusati di non voler organizzare sotto il Po’ ma il problema è che si può dare supporto ad un promoter locale ma non sostituirsi a lui nel trovare il palazzetto, prendere contatti in Comune, chieda i permessi, sappia dove prendere le attrezzature necessarie, vada alla sede della croce rossa più vicina al luogo dove c’è l’evento e molte altre piccole cose che, se sei a 1000 km di distanza non sono per nulla facili da gestire. E poi occorre che sia uno di fiducia e che non sparisca 3 giorni prima dell’evento se nasce un problema”. Dunque lo ripetiamo anche qui, se un promoter è disposto ad aiutarci nella logistica e nelle attrezzature e trasferta, il nostro impegno per gestire iscrizioni, evento, arbitraggio e classifiche, c’è.

Eventi a contatto pieno, quanti ne avete in programma… qualcuno sarà in gabbia?

Tutti: Se parliamo di eventi solo o prevalentemente di MMA di sicuro MFF VIII in autunno, poi “Fighter of the ring” in primavera ed un altro evento sempre in autunno a Cuneo. Poi ci saranno i match all’interno di galà di sport da ring, in primis le tappe della Golden League tutto l’anno ed altri eventi che mano a mano concorderemo. Quanto alla gabbia, il suo uso al momento fa lievitare non di poco i costi se si pensa che la nostra attività è focalizzata perlopiù (ma non solo) sull’attività dei giovani fighter alle prime esperienze. Stiamo però valutando un progetto più ambizioso, sul quale per ora preferiamo non sbilanciarci, che coinvolgerebbe un budget più alto, atleti più esperti e l’uso della gabbia”.

Come vedete il movimento in Italia?

Tutti: Indietro rispetto ad altri paesi europei ma questo vale anche per molte altre discipline. La mentalità italiana, talvolta, perbenista e superficiale, ostacola la diffusione di uno sport come le MMA, ancora troppo spesso – stupidamente – considerate uno sport violento. Fortunatamente rispetto a 5 anni fa quando abbiamo lanciato MMA Italy sono aumentati palestre, praticanti ed eventi. C’è ancora un sacco di lavoro da fare, soprattutto sul piano culturale, ma crediamo ci sia ancora un buon margine di crescita”.

Datemi le vostre opinioni da “colleghi” sulle strategie di Dana white e dell’UFC, di Coker e della Strikeforce oppure anche del Bellator e del Dream….

T: Definirci “colleghi” di Dana White e company è un azzardo, infatti probabilmente ad eventi come quelli che fanno loro, forse potremmo pulire gli spogliatoi! In ogni caso, riteniamo che ad oggi, in diverse categorie di peso stia avvenendo quello che si può definire un “cambio generazionale” infatti alcuni atleti hanno dovuto aggiornarsi nei metodi di allenamento in quanto i “nuovi fighters” non vengono più da background di altre arti marziali ma ormai si allenano per le mma pure, dunque io credo che la cosa più difficile per i grandi eventi sia quella di individuare quali potrebbero essere i campioni de prossimo futuro nelle MMA.

Quale circuito vi piace di più? Perche?

G: Siamo stati più che altro fan del Pride perché, ring a parte, era la miglior espressione delle MMA come regolamento, spesso come atleti e match, sicuramente come qualità del pubblico, elemento tutt’altro che secondario. I fan giapponesi sono tecnici ed esigenti, negli USA invece l’UFC è diventato un fenomeno di massa ma per andare incontro ai gisti del pubblico locale a volte si sacrificano atleti più tecnici a vantaggio di altri più “rissosi” ma proprio per questo più in sintonia coi gusti dell’americano medio. Questa linea crediamo potrebbe influenzare negativamente la diffusione delle MMA in altri paesi”.

T aggiunge: a me piaceva il pride dei “bei tempi” ma ho sempre amato anche l’ufc. Devo però dire che ad oggi è facile trovare incontri con alto spessore tecnico anche in circuiti minori tra fighters sconosciuti.

Domanda di rito: Fedor vs Overeem ?

T: Fedor, Lesnar , che sono poi i due che vorrei vedere affrontarsi, ma anche un Couture/fedor non mi dispiacerebbe, pur con Couture ormai a fine carriera, che si vede più nei film che nella gabbia. Certo ad oggi forse, almeno a mio parere, uno dei più completi è GSP.

Grazie mille per il tempo, fate un saluto ai lettori di grappling-italia.com

Tutti: Grazie a voi per l’interessamento ed ai vostri lettori per il tempo dedicatoci. Vi aspettiamo presto ai nostri eventi.

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