Opinione: McGregor senza trashtalking non è la stessa cosa

Nel momento in cui scrivo mancano 18 giorni esatti al ritorno di Conor McGregor nell’ottagono più famoso del mondo, quello dell’Ultimate Fighting Championship.

Ogni volta che l’irlandese torna nella gabbia è una celebrazione: è un personaggio talmente polarizzante che è difficile non essere perlomeno incuriositi dalla prossima performance di Conor. Ecco, curiosità. Personalmente, a meno di tre settimane dall’incontro, provo curiosità. Ma dov’è finita quell’attesa spasmodica che mi portava a contare il numero di mesi sul calendario che mancavano al ritorno di The Notorious?

Anzi, facciamo un passo indietro, una piccola analisi. Cosa c’è di diverso tra il Conor del 2020-2021 e il Conor degli anni precedenti? Ah, beccato! E’ sparito il suo micidiale trashtalking.

McGregor infatti ha totalmente cambiato approccio a partire dal match con Cowboy Cerrone a UFC 246: zero insulti e provocazioni, interviste e conferenze stampa da marzialista-imprenditore e al massimo solo un paio di frecciatine su Twitter nei confronti dell’avversario. Nulla di minimamente paragonabile a ciò che rese celebre The Notorious durante la sua vertiginosa ascesa nella UFC.

Già, perchè la magia intorno a Conor si creò proprio grazie al perfetto mix tra trashtalking e KO superlativi. Possiamo dire senza dubbi che le “battaglie verbali” hanno avuto un ruolo fondamentale nella creazione di quella che oggi è una delle più grandi stelle dello sport mondiale.

Ricordate con Josè Aldo? Mesi e mesi di insulti e vessazioni che hanno letteralmente spezzato la mente del brasiliano ancora prima del match, un tour mondiale di conferenze stampa che aveva toccato anche l’Irlanda e il Brasile che creò un’hype allucinante in vista dell’incontro.

Con Diaz, complice il fatto che pure il ragazzaccio di Stockton è uno che col microfono ci sa fare, volavano paroloni (e addirittura bottiglie..) a tutto andare: i due non si piacevano e la cosa era tangibile dall’esterno. Non a caso il PPV del rematch sbancò e all’epoca fu il PPV della UFC più visto di sempre! Per quanto riguarda il “Money Fight” con Mayweather diciamocelo, il marketing l’ha fatto tutto McGregor: nelle conferenze stampa è stato lui a rubare la scena e a colpire con le frecciate migliori (“Perchè ti sei portato uno zaino? Non sai nemmeno leggere!”), tanto che dopo ogni conferenza le quote di McGregor vincente diminuivano sempre più.

Con Khabib qualcosa ha cominciato a cambiare. Il trashtalking estremamente brillante, intelligente e perfido di McGregor ha superato notevolmente il limite trasformandosi in una serie di insulti di cattivissimo gusto che sono arrivati a toccare più volte anche la religione. Altro limite superato, quello fisico: impossibile che non abbiate visto almeno una volta la scena del pullman sfondato da Conor con il lancio di un carrello, che ha provocato vari feriti tra i presenti. Insomma un McGregor differente dai precedenti, difficile però capire cosa lo ha portato a questo: l’odio per Khabib? Problemi nella sfera personale di Conor? Consapevolezza di essere inferiore a Khabib nel wrestling? Probabilmente solo l’irlandese sa rispondere a ciò.

E arriviamo qui, al 2020-2021, con un McGregor che sembra il “gemello buono” del McGregor di qualche anno fa. La mia personalissima opinione è che questa “virata stilistica” sia un tentativo di ripulire la propria immagine pubblica in seguito alle varie bravate che hanno visto coinvolto Conor negli ultimi anni: dal famoso video nel letto con una ragazza diversa dalla sua compagna (c’è chi dice una prostituta) a quello in cui l’irlandese colpisce con un pugno un signore seduto in un pub (click qui), passando per il filmato in cui prende il telefono di un presunto fan e lo spacca lanciandolo a terra e calpestandolo (click qui). Aggiungiamo anche il fatto che McGregor ha messo su famiglia, cosa che potrebbe aver dato un senso di tranquillità interiore ma anche di maggiore responsabilità sulle spalle del fighter di Dublino.

Allora ecco tutti gli ingredienti per il mantenimento di un basso profilo, che garantisce comunque notevoli profitti in termini di vendita dei PPV ma che allo stesso tempo non sfrutta a pieno tutte le potenzialità (mediatiche e dunque anche economiche) del “Fenomeno Conor”, lasciando anche un po’ di amaro in bocca a noi fans. A 18 giorni dal rematch con Poirier non c’è traccia di trashtalking, e secondo la mia previsione la situazione rimarrà tale fino al 23 Gennaio. Certo, qualche scambio ci sarà, ma non saranno dichiarazioni particolarmente pesanti o degne di nota.

Chiudo con un paragone simpatico ma che rende bene l’idea della situazione: un incontro di Conor McGregor senza trashtalking pre-match è come andare da McDonald e prendere il Big Mac senza le patatine. E’ sempre molto buono, ma non è la perfezione. Manca qualcosa.

Qualcosa che, forse, ora fa parte di un passato che non tornerà.

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