I mei pensieri su Alessio Di Chirico post UFC Denver

Finalmente il giorno è arrivato, Alessio tornerà in quella gabbia. Ho un misto di euforia e di ansia.

Immagino Alessio che si sveglia con in testa da giorni lo stesso pensiero. Per lui e la gente a lui vicina la giornata deve essere trascorsa tra alti e bassi, come una barca in preda alla tempesta, pronta ad affondare da un momento all’altro. La tensione è troppa.

Alessio è un bravo ragazzo, con la testa sulle spalle, pronto a fare il suo. Questo è quello che mi trasmette e la cosa mi rassicura.
Ci tengo che questo ragazzo vada avanti in UFC; non solo perchè porta in alto il tricolore, ma perchè comprendo i sacrifici e immagino quanto sia stato difficile arrivare fin lì. Non è da tutti e noi lo sappiamo.

Mi preparo con gli amici e con mio padre; queste cose mio padre le adora, lo fanno tornare ragazzo, quando era lui a invitare gli amici a casa durante la notte per guardare la grande boxe.

Facciamo una spesa molto elementare. Ciò comprende qualche sacchetto di patatine e un paio di birre. Peccato che alla fine si tenda sempre ad esagerare, ovvero, poche patatine e troppa birra. Ci fiondiamo a casa, in attesa del match.

Nonostante sia il padrone di casa, finisco in un angolino sperduto della sala. Intanto, pianto qualche urla qua e là contro chiunque provi a toccare le patatine prima dell’inizio. Il tutto è vano. Alla fine ci rinuncio.

Finalmente stanno entrando gli atleti, ed il primo a dirigersi verso l’ottagono è proprio Alessio. Sul volto ha un espressione sicura e concentrata. Dentro mi gaso ancora di più.

Il suo avversarcio è Eric Spicely, uno tosto. Ha un buon record e la maggior parte dei suoi incontri sono finiti per submission. Alessio sa che non deve farsi portare a terra. Purtroppo, è esattamente ciò che succede. In poco tempo, Spicely chiude la distanza e porta a parete Alessio, spinge contro di lui con tutto il suo peso, cercando di agganciargli la gamba per portarlo a terra. Alessio difende bene, ma alla fine è costretto a cedere. Cade nella guardia di Spicely che controlla e non gli dà la possibilità di fare postura per difendere. Una situazione di grande pericolo che Spicely sfrutta mettendo colpi e chiudendo un triangolo, dal quale il nostro Alessio non ha scampo.

Stiamo tutti trattenendo il respiro; anche i meno esperti nella stanza sanno che il triangolo o lo difendi subito, o diventa impossibile sfruggirne. Ci crediamo lo stesso. Tutti sanno cosa è in grado di sopportare dopo aver visto cos’è successo con quella kimura.

Alla fine la mano batte. Un no generale avvolge la stanza, insieme agli sguardi abbattuti delle persone intorno a me. Tutti i sacrifici fatti in allenamento, la preparazione fisica, l’alimentazione, le ore passate in palestra sono andati in fumo. In pochi minuti il web è invaso di critiche negative su Alessio, e la cosa mi disturba parecchio: abbiamo due atleti al top, bisogna sostenerli e basta, non c’è nessun ma e nessun però. Che si vinca o che si perda l’importante è imparare qualcosa e anche se può sembrare strano, s’impara di più battendo.

Poche parole e onore ad Alessio. Ti aspettiamo di nuovo lì dentro per fare il tifo per te, sperando questa volta in un finale migliore.

DAJE MANZO!

  1. Perchè i miei commenti rimangono sempre in moderazione e non li visualizza mai??

    • Ciao Jona, è una cosa che succede da un mesetto. c’è stato qualche aggiornamento al sw che gestisce il sito (wordpress) che per qualche motivo rogna coi commenti anche quelli senza link. Pattuglio il sito 3 volte al giorno e attivo i commenti ma sto weekend ero via e la coda si è un po’ allungata.
      Mi spiace e mi scuso… con te, con tommy ( che è il recordman per quanto riguardo i post in moderazione) e con tutti gli altri.
      spero di trovare una soluzione a breve

  2. Il mio pensiero è semplice:
    Nessun fighter italiano merita la Ufc..
    Ma tra lui e Marvin meglio di chirico che perlomeno è umile!

    • Voglio appoggiare i fighter italiani e lo faccio spontaneamente.
      Sono un loro TIFOSO. I loro sacrifici meritano RISPETTO.
      Però quando analizzo un risultato, non riesco a raccontarmi le palle da solo e poi crederci.
      Sinceramente, se parliamo di livelli assoluti, le due prestazioni di Marvin e Alessio mi sono apparse modeste. 6.5 Marvin, 4 Alessio.
      Il discorso però è anche un altro. Dopo aver visto come combatte Sakara in Italia, mi sono detto che a frenare i nostri due ‘manzi’ ci può essere anche un fattore ambientale.
      L’ America vede le MMA italiane ancora in grosso divenire, insomma detto francamente non gode di grandissima fiducia (ditemi se sbaglio), a livello dei tifosi americani il fighter italiano non ha una fama consolidata (come un brasiliano). Arrivano lì i nostri, e la gente si chiede ‘chi sono?’. Non conosce il loro curriculum. In più per ora non sono particolarmente ‘caratterizzati’. Non hanno qualcosa che li contraddistingua. Non hanno il fisicaccio dei neri franco-africani, non hanno la tecnica raffinata o l’orgoglio nazionalista di un brasiliano, o la kick di un olandese, non hanno orde di tifosi (come gli irlandesi) che invadono le arene, non hanno una stampa che li segue o personaggi famosi che li appoggino. Attorno a loro c’è il SILENZIO. Nobile, concentrato, ma pur sempre silenzio.
      Per questo io credo che loro meritino un grandissimo incoraggiamento, e a loro va riversata tantissima ammirazione come per tutti i pionieri che si incamminano verso le terre vergini del lontano Ovest. Non è per niente facile. Il loro percorso non è per niente facile. Quindi non rimane che dire: Forza Ragazzi! Riprovateci!
      Inventatevi qualcosa!

  3. Non posso che appoggiare la tua tesi, bisogna sostenere i nostri atleti, soprattutto quando perdono, perchè è li che hanno bisogno di motivazione per andare avanti, rialzarsi e migliorare. Nessuno nasce campione, ma lo diventa un passo alla volta

  4. Bravo..Daje Manzo!

    • Ad ogni modo, Marvin si è offerto come sfidante. Se glielo danno secondo me lo sfonda.

  5. Bell’articolo Edoardo. ci son rimasto male anche io sinceramente ma continuerò a tifare i nostri connazionali

  6. Grazie mille Edoardo per l’articolo, mi piacciono molto questi articoli “personali”. Hanno un tepore che i freddi report non hanno ne potranno mai avere!

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