Intervista doppia agli olimpionici Minguzzi e Timoncini

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Ciao amici di G-Italia, oggi vi proponiamo una doppia intervista fatta ai due atleti più rappresentativi della nostra nazionale di lotta olimpica: Andrea Minguzzi, oro olimpico a Pechino 2008 e Daigoro Timoncini che vanta un quinto posto mondiale e due partecipazioni olimpiche.

Abbiamo posto ad entrambi le stesse domande per mettere a confronto differenze e similitudini delle loro risposte.

Andrea Minguzzi

  • Castel San Pietro Terme, 1 Febbraio 1982
  • Specialità: Greco Romana
  • Categoria: 84 Kg

Daigoro Timoncini

  • Faenza, 13 Dicembre 1985
  • Specialità: Greco Romana
  • Categoria: 96 Kg

G-I- La prima domanda che vorrei porti, é ovviamente come hai cominciato a praticare la lotta e cosa  maggiormente ti ha attratto di questa disciplina? A chi devi dire grazie ( ammesso ci sia qualcuno)?

A M- Devo ringraziare mio padre, ex lottatore, che fino a qualche anno fa allenava una piccola squadretta di Lotta g.r.  a Mordano, un paesino vicino a Imola (dove vivo), U.S. Placci Bubano.

Qui ho iniziato i primi passi verso  questo sport, prima come gioco poi sempre più seriamente iniziando a prendere parte agli allenamenti, attratto dallo sport più completo al mondo, dove tecnica e abilità strategiche si scindono con forza e determinazione.

Successivamente sono passato al C.A. Faenza Lotta, società simbolo della lotta in Italia e nel mondo, per poi approdare alle Fiamme Oro dopo le Olimpiadi di Atene fino ad oggi.

D T. Ho incominciato a praticare lotta grazie a mio padre (ex lottatore) che mi portava in palestra a giocare con lui sul tappeto. Essendo uno sport completo forse proprio questo è stato ad attrarmi così tanto, perchè il risultato dipende sempre da tanti fattori quindi per vincere dovevo migliorarmi in ogni suo aspetto! Un ringraziamento particolare va sicuramente a mia mamma e a mio fratello che mi hanno sempre supportato!

G-I- A cosa hai dovuto rinunciare in termini di vita privata pe raggiungere i tuoi risultati sportivi e a cosa rinunci ancora oggi?

A M-Ovviamente la vita da atleta è fatta spesso di rinunce e sacrifici, soprattutto in sport di combattimento, dove lo scoglio iniziale è l’entrare nella propria categoria di peso, tutto questo però passa in secondo piano quando si fa ciò che si ama e ci si accorge che il proprio “lavoro” coincide con la propria passione.

D T. Rinunce..è più una scelta di vita che decidi di intraprende consapevole di tutto quello che comporta, sicuramente la vita da atleta non è facile però mi ha insegnato molto e tornassi indietro rifarei tutto anche perché potrei aver “rinunciato” a tante cose ma in compenso ho vissuto esperienze uniche!!!

G-I-Entrando nello specifico della tua disciplina, pensi sia un mondo con il solo fine agonistico o esiste un apertura ad una pratica anche amatoriale?

A M-Purtroppo il limite della nostra disciplina in Italia è proprio quello di non avere un “panorama amatoriale”,  questo lato dovrebbe essere coltivato e incentivato, per così avere un maggior seguito di “appassionati della Lotta”.

D T. Purtroppo in Italia questo sport ha molti limiti, questo sicuramente è uno dei tanti problemi che ha, sicuramente è tutto indirizzato verso l’agonismo! La pratica amatoriale può essere svolta all’interno delle società per mantenere viva la passione che uno ha!
G-I-Quanto e’ importante e determinante ai fini dei risultati sportivi l’appartenenza ad un gruppo sportivo come il tuo? Pensi che il livello tecnico raggiungibile in Forestale, Fiamme Oro ecc sia possibile in una “normale società”?

A M-Ai giorni nostri, appartenere ad un gruppo sportivo come la Polizia di Stato, o altri gruppi militari, è l’unico modo per poter rincorrere il sogno Olimpico, oggi non sono presenti altre società in Italia che possano garantire uno stipendio ai propri atleti, è immaginabile intraprendere un percorso di qualificazione Olimpica allenandosi part-time.

D T. In Italia, l’unico modo per praticare la lotta ad alti livelli e avere un supporto dai gruppi sportivi, sono convinto che un buon livello si possa raggiungere anche con una buona società ma poi c’è sempre bisogno di un gruppo sportivo per continuare e migliorarsi ancora!

G-I- Secondo il tuo parere, l’attuale regolamento, limita il numero di persone che riescano a seguire un incontro i lotta? Eventualmente cosa cambieresti per renderlo piu’ fluido e quindi più appetibile per esempio al mondo televisivo?

A M-A mio modesto parere, ora abbiamo uno dei regolamenti più interessanti e avvincente degli ultimi anni.

Il vero problema non è il regolamento in se, anzi proprio il fatto di modificarlo continuamente rende incomprensibile uno sport che ad ogni gara risulta diverso!

Quello che non attrae il pubblico è il modo nel quale si svolge la gara, mi spiego:

le competizioni di lotta iniziano la mattina e terminano nel tardo pomeriggio/sera (o quando capita), gli atleti di ogni categoria combattono con un tabellone di gara ad eliminazione diretta fino alla finale (con ripescaggio semplice per il bronzo), questo fa si che le competizioni durano giornate intere e nessun atleta sa realmente a che ora sarà e se ci sarà il prossimo combattimento.

Come può uno spettatore rimane una giornata nel palazzetto, magari attendendo il suo beniamino senza sapere quando lotterà e se avrà la possibilità di proseguire la gara.

Io credo che questo tabellone di gara debba rimanere per le gare ufficiali come Campionato Italiano, Europeo Mondiale Olimpiade, ma parallelamente la Federazione Internazionale debba escogitare un Campionato dove gli atleti si sfidano in un singolo incontro, come un “Galà di pugilato o K1”, nel quale ci siano un numero di incontri tale da non annoiare il pubblico.

Queste modalità di tornei vengono già usate in molti paesi per i propri campionati nazionali a squadre (Germania, Austria, Iran ecc..)  e trovano sempre un buon seguito come pubblico e sponsor, riuscire a trasportare questo in un torneo Internazionale potrebbe ridare visibilità ad uno sport che ne ha bisogno!

D T. L’attuale regolamento secondo me è molto valido, uno dei problemi che ha questo sport e che purtroppo per cercare di renderlo sempre più spettacolare lo cambiano spesso, quindi anche per uno che lo segue ogni tanto non è così comprensibile, in più un’altro limite che ha è nella durata delle gare, iniziando la mattina e finendo nel pomeriggio/sera è molto pesante, bisognerebbe trovare soluzioni come è stato fatto in alcuni campionati di altri paesi (Germania, Francia, Austria..) nel quale è stato ridotto il tutto alla durata di un paio d’ore così facendo lo spettacolo resta e la gente non si annoia!

G-I- Quanto tempo dedichi al tuo allenamento?

A M-Normalmente la giornata dell’atleta e tutta in funzione dell’allenamento, si passano in palestra dalle 2 alle 8 ore al giorno.

Purtroppo, causa infortuni, non dedico più molto tempo agli allenamenti, non so se proseguirò la carriera agonistica e sto valutando le strade da intraprendere.

D T. Dipende dai periodi, comunque può variare da 1 a 3 allenamenti al giorno e si va da un minimo di 2 ore fino a 6/7 ore al giorno!

G-I- Negli ultimi anni hanno preso piede in italia le MMA  e di riflesso la lotta olimpica ai fini della completezza in combatimento, cosa ne pensi delle MMA ??E quale caratteristica della tua disciplina secondo te porta molti ex lottatori ad eccelere nell’ ottagono??

A M-Come dicevo prima la Lotta è veramente lo sport più completo al mondo, in molti paesi è usata come sport educativo e aiuta ad apprendere tutte le capacità motorie che servono all’ atleta, queste rende il Lottatore capace di imparare facilmente altri stili grazie alle solide basi.

D T. Penso sia bello ed ogni tanto qualche incontro me lo guardo e la lotta essendo uno sport completo di combattimento sia di situazioni in piedi che a terra torna molto utile come base per affrontare incontri di MMA! Sicuramente la curiosità di provare esperienze nuove ed in alcuni casi anche l’entrata economica che ne comporta..
G-I- Salutandoti ti chiedo se nel corso della tua cariera ti e’ mai capitato un avversario che ti ha fatto pensare: ” Con lui non la spunto”?

A M-Molti avversari mi hanno fatto pensare di non farcela, ma il credere nelle mie capacità e un briciolo di presunzione sono le armi vincenti di ogni buon lottatore.

D T. Diciamo che è capitato e capita tutt’ora, però il bello di una sfida è riuscire in qualcosa di impossibile no? Quindi fa parte del gioco e più il livello è alto più capita di pensare così..ma la soddisfazione poi e nel riuscirci e questa è uno stimolo continuo a migliorarsi quotidianamente!!!!
Un grande ringraziamento ai nostri due campioni da parte di tutta G-ITALIA e i suoi lettori!!!!!!

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