Il giorno che tolsero la Lotta dalle Olimpiadi

Dieci anni fa c’è stato un fatto che è passato abbastanza sotto traccia nei media Italiani, ma molto importante per le sue ripercussioni.

Nel febbraio 2013, infatti il Comitato Olimpico Internazionale votò per escludere il wrestling dalle Olimpiadi del 2020. Fu grazie all’unità di lottatori provenienti da diverse nazioni, guidati dal serbo Nenad LALOVIC, che si riuscì a invertire un risultato impensabile e a ‘Salvare il Wrestling Olimpico‘.

Ma l’8 settembre 2013, l’intera membership del CIO accolse nuovamente lo sport nel programma con un voto unanime che non lasciò dubbi sul fatto che il wrestling appartenesse ai Giochi Olimpici.

Facciamo un salto indietro

La lotta, in quanto disciplina presente già nelle antiche Olimpiadi, è sempre stata creduta intoccabile nella sua trasposizione moderna. Alla fine se accettano Skate e Curling (con il dovuto rispetto agli atleti delle rispettive discipline) perchè non tenere anche la lotta?

Questa fiducia venne meno il giorno che wrestling si trovò ad affrontare la valutazione critica del CIO, preoccupato delle dimensioni crescenti dei Giochi Estivi e deciso a limitare il numero degli atleti a circa 10.500.

A questo si aggiunge ovviamente il Dio Denaro: c’era anche il desiderio di attirare un pubblico più giovane per ampliare l’audience televisiva internazionale. L’insoddisfazione per la mancanza di parità di genere, avendo introdotto le competizioni di lotta femminile solo nel 2004, ha anche il suo peso.

Dopo la decisione di escludere il wrestling dalle Olimpiadi, quella che all’epoca si chiamava FILA, si adoperò per rinnovare lo sport. Raphael Martinetti si dimise come presidente e, dopo un voto dei membri del Bureau, fu nominato presidente ad interim Lalovic.

La Lotta del mondo della Lotta

Alcune Nazioni si sono sentite toccare particolarmente: per gli Stati Uniti, Russia, Iran e il Giappone la lotta è una componente molto importante.

Il campione olimpico di Londra Jordan BURROUGHS (USA) utilizzò la sua figura per fare discorsi pubblici, innumerevoli interviste e il suo account Twitter per sostenere la causa.

Atleti come Armen NAZARYAN (ARM) e Sagid MURTAZALIEV restituirono le loro medaglie d’oro in segno di protesta.

il 14 Maggio 2013 viene organizzato il famosissimo Rumble on the Rails, evento benefico di lotta organizzato Grand Central Terminal che raccoglie milioni di euro per finanziare i programmi di wrestling per i più bisognosi. Prodotto benissimo è una cassa di risonanza enorme, con VIP e sold out. Ne abbiamo parlato Noi qui, ma ne parla persino Sport Illustrated.

Mentre era a New York, Lalovic partecipò a una conferenza stampa presso le Nazioni Unite. “Siamo dedicati a riformare il nostro sport e a rendere la FILA un’organizzazione più proattiva e responsabile. Faremo tutto il possibile per affrontare le preoccupazioni del CIO e assicurarci che il wrestling rimanga parte dei Giochi Olimpici“, dichiarò.

Agosto 2013 : campagna social all’alba della decisione per riammettere le del CIO

A dicembre 2013 la FILA elimina due categorie di peso maschili e ne introduce due nuove per le donne a partire dalle Olimpiadi di Rio 2016. Questo adeguamento portò a sei categorie di peso per la lotta libera e per la lotta femminile, mantenendo le sei categorie della lotta greco-romana.

Furono apportate modifiche alle regole per rendere lo sport più coinvolgente e dinamico: ora i match consistono in due round da tre minuti. Questa nuova struttura mira a premiare la lotta aggressiva; ad esempio, i takedown ora valgono due punti anziché uno. Inoltre, le partite vengono decise in base ai punti accumulati, incoraggiando ulteriormente la competizione attiva.

A Settembre 2014 la FILA cambia nome in United World Wrestling UWW

 

 

 

 

Nel decennio trascorso dalla reintroduzione del wrestling ai Giochi Olimpici, lo sport ha compiuto notevoli progressi nella sua struttura e diffusione. La governance dello sport ha subito significative modifiche, con emendamenti alle regole mirati a rendere i match ancora più dinamici e coinvolgenti.

Nel 2016, le donne hanno avuto dieci categorie di peso a disposizione, rispetto alle quattro del 2004. Questo è stato un passo importante avanti per lo sport e ha contribuito ad aumentare la visibilità e la popolarità della lotta femminile. Chi può dimenticare l’impresa storica di Kaori ICHO (JPN), prima wrestler, donna o uomo, a ottenere quattro medaglie d’oro olimpiche!

C’è stato un impegno costante per globalizzare la lotta, i sito interne è molto migliorato, fanno campagne di marketing e social media hanno cambiato efficacemente l’immagine dello sport e coinvolto i giovani fan. Il fatto che la lotta sia la base più importante per le MMA è stata la ciliegina sulla torta

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    L’insoddisfazione per la mancanza di parità di genere, avendo introdotto le competizioni di lotta femminile solo nel 2004, ha anche il suo peso.
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    Questa storia relativa alla c.d. “parità di genere”, l’ascolto da quando ero ragazzo (anni Ottanta) e devo dire che non se ne può veramente più.
    Ormai è un’ossessione collettiva mondiale.

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    Questo è stato un passo importante avanti per lo sport e ha contribuito ad aumentare la visibilità e la popolarità della lotta femminile. Chi può dimenticare l’impresa storica di Kaori ICHO (JPN), prima wrestler, donna o uomo, a ottenere quattro medaglie d’oro olimpiche!
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    Sì, ma va sempre sottolineato che i record femminili esistono in virtù della separazione dei sessi.
    Il che, tradotto, sta a significare che in ipotetiche gare miste, ai massimi livelli esisterebbero solo vittorie, podi, medaglie e record maschili.
    Aggiungo che emergere tra gli uomini è ben più difficile e complicato che emergere tra le donne, per motivi che conoscerai bene.

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