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Ha suscitato una certa curiosità la nascita di un nuovo evento italiano totalmente dedicato al Jiu Jitsu Brasiliano: Stiamo parlando del Kinboshi, che ha debuttato a Bologna il 26 Gennaio. Ovviamente Grappling-Italia non poteva mancare!
Partiamo con una premessa: Eventi come il Kinboshi sono assolutamente necessari in Italia e in Europa, poichè offrono un buon palcoscenico agli atleti professionisti e danno l’opportunità di farsi notare e di competere con più frequenza a giovani lottatori che vogliono intraprendere questa strada. Tuttavia per organizzare competizioni di questo tipo non bastano una materassina e quattro scalmanati: Bisogna iniziare ad avere una mentalità più attenta nei confronti del pubblico ed investire quindi più energie e attenzioni su tutto il lato organizzativo/logistico dell’evento.
Il Kinboshi, da questo punto di vista, ha avuto qualche pecca. Non voglio essere severo con gli organizzatori, dato che si è trattato soltanto del primo evento e i margini di miglioramento sono notevoli: In ogni caso mi sembra corretto fare qualche critica (costruttiva) al fine di poter dare un feedback sul quale poi lavorare e migliorare.
Innanzitutto la location: Sicuramente il BullDog Clan di Bologna può essere un luogo adeguato, ma per molti è stato difficile da trovare. Una volta arrivati davanti al numero civico indicato, non c’è nulla che indichi la presenza della palestra o dell’evento. Zero insegne, zero cartelli, nessuna freccia. Praticamente introvabile!
All’interno le 6-7 panchine predisposte per il pubblico non sono state sufficienti per accomodare tutti gli spettatori (accorsi in buon numero!). Molti sono quindi rimasti in piedi per tutto l’evento: Non comodo e non funzionale alla visuale di chi sta assistendo alle lotte, soprattutto nelle retrovie.
Infine lo streaming, che è sempre molto apprezzato, ma che può decisamente essere migliorato utilizzando inquadrature migliori e piazzando le telecamere in punti più “strategici”.
Ad alcuni questi possono sembrare soltanto dettagli, ma sono sempre i dettagli a fare la differenza: Sono convinto che queste pecche verranno trasformate in punti di forza dagli organizzatori.
Ora passiamo alle lotte!
La prima parte dello show è occupata da 4 tornei “Trials” ad iscrizione: Cinture Blu Adult -76, Blu Adult +76, Viola Adult -70, Viola Adult -88,3. Il regolamento utilizzato è quello IBJJF, ma con disputa di finale per il terzo e quarto posto.
Nelle Blu Adult -76 a trionfare è Stefano Bernardi di Rio Grappling Club San Marino, che sconfigge in finale Francesco Orlando di Rolling JJ. Gianluca Palma di Budo Clan Italia va a prendersi il bronzo battendo Enrico Baldelli di Flow nella finalina.
Nelle Blu Adult +76 intensa finale tra Khadim Dia di Milanimal e Marco Poletti de L’Accademia: Lotta incerta fino alla fine ma è Poletti a spuntarla. Probabilmente uno dei match più apprezzati e sentiti della giornata!
Nella finale terzo-quarto posto Matteo Parolin di Tribe Jiu Jitsu vince il bronzo contro Yujiro Kurihara di Milanimal. Parolin, sfruttando la differenza fisica a suo favore, riesce a ribaltare la situazione dopo essere stato proiettato da Kurihara nelle prime fasi del match.
I due Trials cinture Viola sono due tornei triangolari: Nella -70 il brasiliano Vitor Monteiro di CTA Marangoni vince l’oro lasciando gli italiani Diego D’Elpidio e Michael Bene rispettivamente al secondo e terzo posto.
Nella -88,3 è invece Alessandro Casati di Tribe Jiu Jitsu Firenze ad imporsi su Lorenzo Berni e Antonio Aloisi.
Nella seconda parte cambia il regolamento: 3 giudici valuteranno spettacolo, tentativi di attacco e difese dagli attacchi da parte dei lottatori (N.B. Non è molto chiaro quali leve siano permesse nei Grand Prix e quali nei Superfights).
Nel Middleweight Grand Prix delle cinture viola Ivan Crotti vince per decisione la semifinale con Matteo Pasquini, mentre Guido Torrini vince il match con Alberto Agostini, sempre per decisione. Nella finale Torrini (Tribe) batte Crotti (L’Accademia) via Botinha in meno di 30 secondi!
Nell’Heavyweight Grand Prix delle cinture marroni Niccolò Bartolazzi (Flow) vince la finale finalizzando Giuseppe Volo (Matside) con un un bell’armlock belly-down. In semifinale erano stati eliminati Caio Henrique e Eduardo Sacramento.
Si passa quindi ai Superfights: Thomas Magnitis vince per decisione contro Francesco Piccione, con Magnitis porta a casa il risultato nonostante un notevole svantaggio in termini di peso.
Nel match “Roma vs Milano” è Roma a trionfare, con Francesco Rabolini che in pochissimo tempo finalizza Andrea Da Pozzo con un’americana al piede. Da Pozzo è poi rimasto dolorante per parecchio tempo, ci auguriamo non sia nulla di particolarmente grave per l’atleta milanese.
E’ lasciato in mano ai giudici il verdetto del Superfight Light Featherweight con il Gi tra Andrea Verdemare e il britannico Spencer Hewitt: La vittoria viene assegnata a Verdemare, che ha gestito abbastanza agilmente il match. Da sottolineare il tentativo volante negli ultimissimi secondi di Hewitt, che ha tentato il tutto per tutto ricevendo l’apprezzamento degli spettatori.
A chiudere la serata è il Main Event tra il tifatissimo Marco Bancone (Milanimal) e il brasiliano Gabriel Marangoni (CTA), un match con tanti capovolgimenti di fronte: Prima Marangoni ottiene una Full Mount ma non riesce a sferrare attacchi, Bancone riesce quindi ad uscirne e ad attaccare un Heel Hook che però non fa cedere il brasiliano. Alla fine è Marangoni a vincere con un’armlock, ma entrambi gli atleti ricevono l’applauso del pubblico per il grande spettacolo offerto. Che match!
Si chiude quindi la prima edizione del Kinboshi: Sicuramente un evento piacevole e con un format funzionante, nel quale forse ci si aspettava qualcosa in più da parte dei lottatori, come più “fame” di attacchi e sottomissioni e il coraggio di prendersi qualche rischio in più.
Con una scelta più accurata di alcuni atleti e aggiustando le pecche organizzative di cui ho parlato ad inizio articolo, sono convinto che si possa costruire qualcosa di interessante per il Jiu Jitsu in Italia.
Alla prossima!
I commenti sono chiusi.
Grandisssssimi!