I CONTATTI DI CONOR CON LA MAFIA IRLANDESE

Nel preambolo del big match finito in rissa reale tra Khabib e McGregor, il trash-talk ai limiti dell’irlandese, assieme ad un paio di reporter, avevano fatto emergere i contatti presenti o passati di Khabib e soprattutto del suo manager Ali Abdel Aziz con vari tipi di malaffare.
Nonostante per Khabib si tratti soprattutto di conoscenze e non associazioni, Ali dal canto suo ha tutto un passato oscuro di doppio agente appartenente ad un network di musulmani jihadisti in America e al contempo informatore CIA.

Il “peccato” commesso da Khabib, e rinfacciatogli da Conor nella prima conferenza stampa di New York, è l’amicizia con il condannato oligarca russo Ziyavudin Magomedov. Questi è uno dei tanti milionari russi entusiasti degli sport di lotta ed essendo dagestano è amico e anche finanziatore di Khabib e tanti altri fighters.
Khabib lo menzionò anche nell’intervista nella gabbia dopo aver vinto il titolo lo scorso marzo. Nurmi, esprimendosi in russo, ne chiese la clemenza a Putin, dopo la condanna per appropriazione indebita di fondi subita da Ziyavudin.

Detto questo scrivo questo articolo perchè Conor non è a sua volta scevro da cattive frequentazioni e poco è stato finora scritto sull’argomento. Il merito va allo scrittore di Bloody Elbow Tim Bissell, il quale ha compendiato le varie frequentazioni mafiose di Conor.

Per cominciare vorrei riportare l’attenzione ad un fatto di cronaca che capitò l’anno scorso dopo il match di Floyd.
Si era vociferato che Conor aveva colpito un gangster in un nightclub di Dublino, e che ora una delle famiglie mafiose aveva messo una taglia sulla sua testa.
I rumor non erano così sostanziati e si dissolsero in fretta.
Il fatto sembra sia capitato al Blackforge Inn di Dublino. Conor deve aver colpito un associato del clan Kinahan, il più grosso cartello irlandese nello spaccio della droga. Da lì un giornalista esperto di crimine in Irlanda scrisse della taglia sulla testa di Conor.

Conor si beccò lo sfottò di Mayweather e rispose twittando “Io sono il cartello!”.

L’associato in questione è un tale Graham Whelan. Costui è apparso su un tabloid spassandosela con Conor e altri trafficanti condannati Andrew Murray e Johnathan Murray.

Nonostante l’incidente Conor ha avuto parecchie frequentazioni con vari membri del clan.

Uno dei boss del cartello, Daniel Kinahan è infatti parecchio coinvolto nel mondo della boxe e degli sport da combattimento. Kinahan ha infatti fondato una palestra di boxe che è presto diventata una compagnia di management e promoter di boxe. La compagnia che ora va con il nome MTK gestisce parecchi atleti, tra cui il campione Carl Frampton e Michael Conlan, che venne accompagnato da McGregor nel walkout di un suo match del 2017 a New York.
Tra gli atleti ci sono anche fighter di mma, uno su tutti è Darren Till ma anche l’ex ufc Maiquel Falcao. Anche l’ex campione dei pesi massimi di boxe e contendente numero uno Tyson Fury riceve le consulenze di Daniel Kinahan.

https://twitter.com/MTKGlobal/status/940162143214866432

Ecco qua una foto di Fury con Daniel Kinahan.

Uno degli episodi di questa storia è un regolamento di conti che avvenne il 5 febbraio del 2016 al Regency Hotel. Sul luogo andava svolgendosi la pesa di un evento di boxe e il cartello rivale Hutch Gang mandò sei sicari e per terra rimase il tirapiedi dei Kinahan, David Byrne.
Questi era un amico di Conor, essendo suo ex compagno di boxe al Crumlin Boxing Club in cui Conor tirò i primi pugni. Byrne era uno dei principali e più affidabili distributori di droga sotto Daniel Kinahan.
Eccolo in un selfie con Conor datato 2015.

Un altro luogotenente rimasto a terra dopo un altro regolamento di conti tra Hutch e Kinahan è il tale Paul Kavanagh. Questi non ha niente a che vedere con l’allenatore di Conor John Kavanagh e venne seccato da due sicari nel 2015 a Dublino mentre sedeva nella sua macchina. Al suo funerale tra la folla c’era anche il nostro Notorious secondo quanto riportato dal giornale Irish Mirror.
Pare che anche questa relazione venga dal Crumlin Boxing Club dove il nipote di Paul, Jamie, era uno dei compagni di Conor e tutt’ora un pugile professionista.

Ma le figure della malavita che vantano più frequentazioni con Conor, incluse parecchie foto sui social media, sono i fratelli Murray.
Andrew e suo fratello Jonathan sono due noti gangster della scena dublinese con 66 capi di accusa messi assieme.
Addirittura risulta da articoli dell’Irish Sun che i due fossero con Conor quando volò a New York lo scorso marzo per attaccare Khabib. La foto è stata pubblicata poche ore prima del lancio del trolley contro il bus.


Dall’interazione con i social media di Andrew Murray, il quotidiano stima che i due abbiano aspettato il rilascio di Conor per tornare con lui in Irlanda.

Poco dopo l’incidente del bus il dipartimento anti-droga irlandese ha condotto un raid in una penthouse di Dublino e arrestato un associato dei Murray sequestrando circa 250000 euro.

Per tornare più a eventi recenti, anzi recentissimi, un altro articolo dell’Indipendent ha rivelato come 53 persone siano state arrestati o fermate alla dogana americana mentre cercavano di andare a vedere il big match a Las Vegas. Molti di loro sono accusati di associazione al clan Kinahan e in particolare tra questi vi è il cognato di Conor, Mark Eliot. Eliot ha subito una condanna di tre anni per spaccio di marijuana.

 

Insomma il succo della storia è che si può dire di tutto sulle inevitabili connessioni di Khabib con il dittatore ceceno Ramzan Khadirov. Essendo uno dagestano e l’altro il padrone dei vicini di casa con un’enorme passione e coinvolgimento personale nelle mma, solamente le benedizioni ricevute da Khabib da parte di Khadirov hanno fatto scrivere fiumi di inchiostro all’altro scrittore di Bloody Elbow Karim Zidan.
Però, come possiamo constatare da quotidiani mainstream irlandesi come il Sun e The Irish Mirror, anche The Notorious non scherza mica. Da certe frequentazioni si possono chiaramente capire gli scatti di onnipotenza e disprezzo della legge che Conor ha manifestato in parecchie occasioni, su tutte l’attacco al bus di Khabib.

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