Il problema altezza

 E’ inutile allenarsi e crescere secondo uno standard prestabilito senza considerare le condizioni del proprio corpo. A tal proposito sarebbe bello parlare della differenza di altezza tra due avversari. Capita a volte di vedere questa disuguaglianza che può essere vantaggiosa sia per uno che per l’altro atleta. Questo discorso si riferisce alle discipline di striking, in quanto la mia esperienza è solamente “in piedi”. Mi è capitato diverse volte di dovermi confrontare con avversari più alti e più bassi, ho visto incontri di atleti più alti e più bassi e di conseguenza ho sentito pareri di maestri “alti e bassi” anch’essi, ognuno con le proprie strategie.

Quindi ci sono delle tattiche vincenti quando ci si trova di fronte ad un avversario più alto o più basso?Il problema altezza 1

Esporrò quello che è il mio pensiero, il pensiero del mio maestro di Kick-boxing, un uomo molto alto, supera i 180 cm e il pensiero di un maestro e campione di muay-thai che milita nei pesi gallo. Indicherò i pareri con A, B e C riferiti all’ordine con cui ho inserito i soggetti nel discorso precedente.

Avversario alto.
A: Con un avversario alto la mia strategia consiste nel tenerlo il più lontano possibile e schermare con i calci, nella speranza che anche lui faccia la stessa cosa, sono dell’idea che sia meglio limitare i colpi di pugno, in quanto si rischia di avvicinarsi troppo all’avversario il quale avendo leve più lunghe avrà meno difficoltà nel colpire.

B: Il mio maestro di kick-boxing è convinto che con un avversario più alto si debba sostenere un combattimento con una quantità uguale di calci e pugni ma fatta di continui spostamenti intorno all’avversario e avanti e indietro. Una vera e propria danza atta a colpire senza farsi colpire, il che può essere efficace ma si ha un notevole dipendio di energia.

C: Il campione dei pesi gallo invece sostiene che contro un avversario più alto si debba cercare la corta distanza cercando di antrare il più possibile nella guardia avversaria giocando di ganci, montanti e calci bassi, evitare gli allunghi per favorire un vero e proprio corpo a corpo.

Avversario basso
A: Personalmente sono dell’idea che contro un avversario basso si debba sfruttare il massimo della propria estensione mirando a distanza punti critici per favorire il Ko, vedi testa e fegato, questo perchè temo l’insidiosità degli avversari bassi e non saprei reagire bene se mi entrasse nella guardia.

B: Il mio maestro di Kick-boxing dice che bisogna tenerlo a distanza ma martellare molto sulle gambe, cercando di ridurne la mobilità e staticizzare il più possibile il movimento avversario, creandosi quindi la possibilità di “mirare” il più possibile.

C: Il thai-boxer sostiene che contro un avversario basso è bene cercare colpi lunghi e di spinta per allontanarlo e lavorarlo anche sul piano psicologico, ovvero cercare di rendersi impenetrabile, colpi diretti con il pugno e calci diretti per un allontanamento repentino ed esplosivo.

La mia considerazione finale riguarda soprattutto i pareri tecnici dei due maestri che dopo una breve intervista mi hanno dato un’impressione univoca. Essi hanno una strategia personale relativa alle proprie caratteristiche e quando si tratta di andare contro le stesse, (il maestro basso contrIl problema altezza 2o uno alto e quello alto contro uno basso) non è venuto fuori altro che una strategia contro se stessi. L’analisi oggettiva del proprio parere è risultata poi essere un’analisi contro se stessi, ovvero sconfiggere un avversario che si comporta come farebbero loro.

Uno degli esempi più eclatanti e spettacolari nel mondo delle MMA lo collego all’incontro di Royce Gracie vs Akebono, dove il “piccolo” brasiliano ha steso quella montagna di sumotori, o nel K1 quando Cro-cop ha steso un gigantesco Bob Sapp con un colpo alla mascella.

Nulla da dire verso questi due campioni, anche perchè se le loro strategie non fossero vincenti uno non sarebbe campione italiano e uno campione del mondo, ma sono dell’idea che la strategia si debba adattare diversamente da avversario ad avversario concentrandosi tutte le volte su qualcosa di nuovo, semplice e letale per mettere Ko l’avversario senza pensare troppo.

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