Paolo Strazzullo, uno dei pilastri del grappling-italiano ci ha dato il permesso di postare questo articolo gia apparso sul suo blog, pieno di spunti interessanti- http://cerchiodifuoco.blogspot.com/2009/11/otoematoma-medaglia-o-cicatrice.html – Qui ci parla dell’orecchio a cavolfiore (“l’orecchio masticato dai cani” come diciamo in palestra..). Leggete nel caso vi succeda (e Vi succederà :-).
“A badge of honor”: così viene definito dai combattenti anglofoni la deformazione acquisita del padiglione auricolare meglio conosciuta come Otoematoma, o volgarmente “orecchio a cavolfiore” (cfr. inglese “Cauliflower Ear”).
Ma cos’è dal punto di vista sanitario un otoematoma?
Il padiglione auricolare esterno è composto prevalentemente da cartilagine rivestita da pericondrio, tessuto sotto-cutaneo e pelle. Traumi diretti o continue frizioni dell’orecchio esterno possono dare esito alla formazione di un ematoma (deposito di sangue) nello spazio virtuale che esiste fra pericondrio e cartilagine del padiglione. La separazione fra pericondrio e cartilagine puo’ addirittura condurre a necrosi della cartilagine qualora questa comprometta la naturale irrorazione sanguigna del tessuto cartilagineo. Tuttavia, il problema estetico e di salute più frequente è quello della fibrosi cicatriziale conseguente alla formazione di questi ematomi. Essa avviene principalmente a causa della necrosi cartilaginea e conseguente calcificazione, dando luogo al tipico “orecchio a cavolfiore” che ben distingue grapplers, lottatori, judoka, rugbisty, pugili etc etc… Inoltre, le complicanze dovute a calcificazioni estese, soprattutto a carico del canale uditivo, possono essere importanti con otiti di origine infettiva e potenziale perdita parziale di funzionalità uditiva. Infatti gli otoematomi non devono essere trascurati, e vanno anzi trattati tempestivamente e con determinazione, al fine di impedire l’estendersi della raccolta ematica, ridurre la necrosi/calcificazione ed impedire l’infezione della raccolta ematica da parte di batteri patogeni esterni.
Cosa fare se l’orecchio si “rompe”?
Ovviamente, e nonostante tutte le precauzioni che si possano adottare per evitare l’insorgenza di un otoematoma (su tutti l’uso di protezioni specifiche per l’orecchio esterno), la possibilità che durante l’allenamento, in un momento in cui l’orecchio non è protetto, si verifichi accidentalmente un infortunio del genere è un evento affatto remoto. In questo caso, ed a seconda dell’entità dell’infiammazione e del versamento di liquido presente è opportuno agire in maniera opportuna: è di fondamentale importanza NON trascurare il versamento, in quanto esso può arrivare a calcificazione definitiva in circa 5-7 giorni in assenza di trattamento, ovvero peggiorare ed estendersi con il sovrapporsi di ulteriori traumi. nnanzitutto ci sono molteplici vie di affrontare un Otoematoma…e la cosa migliore è combinarle.
N.B. Otoematomi ed infortuni vari vanno risolti SEMPRE sotto la supervisione di personale sanitario specializzato, in nessun modo questo articolo vuole odeve intendersi come materiale di divulgazione scientifica sanitaria. Se avete un problema di salute CONSULTATE il vostro medico di fiducia.