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Dopo gli incontri preliminari, i combattenti entrano nella casa del TUF (forse è meglio dire villa…)
Tra i vari addobbi, spunta una Harley Davidson customizzata per l’evento, premio speciale per il finalista di questa edizione. I dissapori non tardano ad arrivare, Julian Lane e Matt Secor iniziano subito a battibeccare solo perché secondo Secor, il colore dei capelli di Lane (una fatiscente cresta rosa) è da “fighetta” e iniziano a piovere insulti.
Il giorno seguente, il Team Carwin si appresta ad iniziare la prima sessione di allenamento e quest’ultimo, si avvale di un’ottimo team di coach di supporto: Trevor Wittman (boxe), Nate Marquat (BJJ, campione Strikeforce nei pesi welter), Duane Ludwing (combattente UFC ed ex campione mondiale di Muay Thai) e Lester Bowling (wrestling). Si instaura subito un ambiente di ammirazione reciproca tra allenatori e combattenti.
Al turno di allenamento del Team Nelson, sorgono subito i primi problemi: per cause di forza maggiore, il team potrà allenarsi solamente 1 volta al giorno per 2 ore (invece di 2 sessioni giornaliere da 2 ore ciascuna), in cui si dovranno concentrare sessioni di striking, grappling, sparring e cardio . Nelson annuncia che i primi a combattere saranno Neil Magny e Cameron Diffley.
Tornati alla “TUF House”, i toni comincano nuovamente a farsi forti, stavolta Secor inizia a insultare Julian perché non ha finalizzato il proprio avversario durante gli scontri preliminari e perché è stato l’ultimo combattente ad essere scelto tra tutti e così Lane risponde dicendo di tutto e di più . Iniziata la preparazione di Neil, notiamo subito una predisposizione allo striking: buona boxe, ottimo gioco di gambe e notevole vantaggio sull’avversario in termini di altezza-lunghezza. Nel frattempo Julian e Colton, rimasti nella casa, preparano uno scherzo per il ritorno del team Carwin dalla sessione di allenamento, il classico “secchio di farina sopra la porta d’ingresso” e il malcapitato Mike Ricci ci casca in pieno.
Il giorno seguente si passa alla preparazione di Cameron. Secondo Roy Nelson, grazie all’ottimo Jiu-Jitsu e wrestling di Cameron, si possono contrastare l’altezza e lo striking di Neil. Si passa così al giorno del combattimento, 2 round da 5 minuti, in caso di necessità si passa all’extra round. La vittoria va a Neil Magny per decisione unanime (20-18×3) che dimostra una discreta superiorità sull’avversario. Tuttavia lo scontro non è esattamente molto eccitante, un susseguirsi di sessioni di grappling, poi in piedi, 2 colpi e di nuovo a terra.
Attendiamo quindi la prossima puntata sperando che i combattimenti si facciano più interessanti!