Bellator 287 / Bellator Milano: la nostra recensione dell’evento

Bellator, una delle maggiori promotions di MMA a livello mondiale, è tornata a trovare gli appassionati italiani con una tappa milanese all’Allianz Cloud. Per la promotion di Scott Coker si è trattato dell’undicesima calata italica dal 2016 ad oggi, confermando dunque l’interesse che Bellator ha nei confronti del mercato europeo e tricolore. Io e il Chupacabra eravamo presenti all’evento, che vi recensiamo proprio qui sulle pagine virtuali di Grappling-Italia (abbiamo fatto anche una diretta su Twitch insieme, se volete rivederla basta cliccare QUI).

BELLATOR MILANO: IMPRESSIONI GENERALI SULL’EVENTO

La risposta del pubblico è stata buona ma l’affluenza è stata – almeno ad occhio – inferiore rispetto all’evento del 2019. L’anello superiore era infatti per tre quarti vuoto. In ogni caso si tratta di un numero di presenti nettamente superiore alla media italiana per gli eventi di MMA, indice del fatto che sul nostro territorio il brand Bellator è solido. Nel pubblico presenti VIP e personalità note come Jake LaFuria, Andrea Pucci, i fratelli Petrosyan e altri.

La card vedeva in programma di 17 incontri e tanti italiani coinvolti, tuttavia la scelta di non mettere atleti tricolore nella main card è stata discutibile. Non a caso una parte del pubblico ha abbandonato il palazzetto dopo il match di Daniele Scatizzi. L’altra problematica legata a questo aspetto è il fatto che gli atleti internazionali non erano fighters particolarmente noti (probabilmente nemmeno per gli hardcore), c’era veramente poco “star power”. Nel 2019 Bellator portò a Milano Nemkov (poi futuro campione), Carvalho, Manhoef… nomi decisamente più interessanti rispetto a Piccolotti o Wilde. Insomma, è comprensibile che alcuni fans non esattamente della prima ora abbiano preferito uscire in anticipo.

Il rapporto qualità-prezzo è stato assolutamente buono: con una trentina di euro era possibile assistere a 17 incontri in un palazzetto in cui si vede bene praticamente dappertutto. Alla card è mancato un po’ di pepe: è forse mancato il match davvero spettacolare o l’highlight “super” che ti rimane impresso nel cervello anche quando hai lasciato l’arena. L’evento è promosso (gli diamo un 6,5) ma nel prossimo appuntamento ci piacerebbe vedere un matchmaking più piccante.

BELLATOR MILANO: TANTI ITALIANI NELLA CARD, COME SONO ANDATI?

Gli eventi internazionali sono sempre un’ottima cartina tornasole per capire lo stato delle MMA italiane anche dal punto di vista tecnico. La card vedeva la presenza di svariati derby tricolore e alcuni abbinamenti “Italia vs Resto del Mondo”: per quanto riguarda questi ultimi il bilancio è 2-2. Vincono Daniele Scatizzi e Niccolò Solli, perdono Andrea Fusi e Walter Cogliandro (tutti e quattro arrivano ai punti).

Solli disputa un match molto equilibrato con il francese Bourama Camara e vince il premio di fighter più tifato della giornata. L’atleta di Biella si è portato un vero e proprio gruppetto di ultrà che sedeva esattamente di fronte a noi: rumorosissimi, bravi! Anche Cogliandro affronta un francese, Yves Landu, e l’incontro è a nostro parere il più divertente e il più tecnico della preliminary card. Era evidente che entrambi avevano fatto i compiti nei rispettivi camp, purtroppo Landu è stato superiore al termine dei 15 minuti. 

Andrea Fusi perde in maniera netta con l’imbattuto inglese Steven Hill. Match non entusiasmante, dove Il Barbaro forse paga la coraggiosa short notice (al suo posto doveva esserci Walter Pugliesi). Daniele Scatizzi ottiene una delle vittorie più importanti della sua carriera: Gallon cavalcava una striscia vincente di 5 incontri ed era decisamente un brutto cliente. Incontro equilibrato ma la spunta Scat, che non perde un match in Italia dal 2015: quando Scatizzi combatte di fronte al suo pubblico, si trasforma!

Passiamo al capitolo derby tricolore. Chiara Penco la spunta su Manuela Marconetto con una decisione decisamente controversa (noi avevamo 29-28 Marconetto). Un giudice ha dato 30-27 Penco, secondo noi ha preso un abbaglio… comunque match bruttino da parte di entrambe al punto di vista dell’azione e del ritmo. Simon Biyong sconfigge Dragos Zubco al secondo round: full mount e tempesta di colpi! Nasce anche un piccolo incidente: Biyong fa il dito medio all’angolo opposto (dove c’è il suo ex allenatore) e al termine del match vengono separati per prevenire tafferugli.

Nelle “Dark Bouts”, cioè i match non trasmessi in TV, Ayoub Nacer fa un KO istantaneo su Cherif Ba Pape. 12 secondi! Diretto destro e un paio di colpi in ground & pound, pratica chiusa. Uno dei pesi gallo più famosi in Italia, Luca Iovine, strangola l’altissimo Percy Herrera con una Rear Naked Choke dopo averlo portato a terra con un bel takedown. Il match tra prospect Caiazza vs Bertinazzi era sulla carta uno dei più interessanti della giornata, e ha rispettato le aspettative. Davvero un bel confronto, con Caiazza che alla fine fa valere le sue mani pesanti per mettere fuori combattimento Bertinazzi, che ha cercato di resistere il più possibile. 

LA MAIN CARD DI BELLATOR 287

Nella card principale apre le danze il match tra Gonzales e Fisher nei pesi piuma: incontro molto tattico, se lo porta a casa Gonzales che ora è 3-1 in Bellator e ha la sua unica sconfitta con Aaron Pico. Molto bello il confronto tra Tim Wilde e Saul Rogers, uno dei match più belli della serata: vince Wilde grazie ad una Split Decision ma il pubblico italiano applaude tutti e due, ha gradito la battaglia! 

Fabian Edwards era forse il nome più intrigante della main card, essendo ai piani alti della categoria pesi medi in Bellator e fratello dell’attuale campione UFC Leon Edwards (presente all’angolo). Contro di lui Charlie Ward, che ci ricordiamo bene per la sua sconfitta con Pietro Penini. Edwards vince, ma a nostro parere non convince del tutto: nei momenti cruciali ha fatto alcune scelte strategiche errate, rischiando di buttare via alcuni round. Gli è anche mancata un po’ di malizia in più. E’ pronto per Mousasi o Eblen? Probabilmente non ancora.

Nel main event da segnalare la grossa frangia di tifosi di Barnaoui presenti nell’arena. Anticlimatici dunque i fischi che questi riservano a Piccolotti, che in teoria la promotion ha messo lì a recitare la parte dell’italoamericano. Il match diventa quasi subito un incontro di grappling con il takedown istantaneo di Piccolotti: a terra, però, Barnaoui è decisamente il più affilato dei due. E’ proprio grazie al grappling, infatti, che Barnaoui chiude la pratica e la serata meneghina di Bellator 287 con una Rear Naked Choke dopo aver preso la schiena dell’americano. 

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