Bellator Milano: il racconto di un’importante notte per le MMA in Italia

Bellator sbarca all’Allianz Cloud di Milano in grande stile e il pubblico risponde presente.
La tappa milanese della promotion di Scott Coker è stata un successo: palazzetto quasi sold out (complice anche la presenza di Bellator Kickboxing) e atmosfera calda e piena di hype per gli italiani in card.
Andiamo a vedere quanto successo durante le 7 ore di evento!

BELLATOR KICKBOXING

Già dalle 15:30 gli spettatori cominciano numerosi ad affollare i cancelli dell’Ex Palalido in attesa dell’apertura, che arriva intorno alle 16:30. Tempo di prendere posto e si parte in quarta con Bellator Kickboxing che, vista l’istantanea affluenza di pubblico, è stata sicuramente utile per riempire l’arena.
Mameli e Hnatchuk vincono per decisione unanime, Bonat vs Neguse termina in pareggio e la promettente francese Jade Jorand fa l’upset in territorio ostile mandando KO con un high kick al secondo round la nostra tifatissima connazionale Silvia La Notte. Si tratterà dell’unico KO nella card di Kickboxing.

Luca Cecchetti trionfa contro Alex Avogadro per stop medico, con Avogadro che lascia il ring con un occhio praticamente tumefatto. Nel co-main vince Allazov per decisione unanime, nel main event Varga conserva il titolo pesi piuma dominando nettamente il nostro Cristian Faustino.

Bellator Milano: il racconto di un'importante notte per le MMA in Italia 1

BELLATOR 230

E’ tempo di MMA! Cala la gabbia circolare di Bellator in modo super-scenografico mentre nei bar dell’Allianz Cloud si formano interminabili code: aspetto sicuramente da rivedere dato che non è possibile fare 20-30 minuti di fila per prendere una birra. Partenza bomba per gli italiani: Nicolò Solli subisce un takedown ma sfrutta la parete della gabbia per chiudere un Triangle Choke perfetto che costringe Cassell alla resa nel primo round. Segue il match più atteso dai fan “hardcore”: il rematch tra Andrea Fusi e Walter Pugliesi! Pugliesi vince tutte le riprese di un incontro estremamente godibile, decisione unanime per lui. Nota a margine: quando hanno lottato gli italiani nel palazzetto si sono formate vere e proprie tifoserie con tanto di striscioni e “capi ultrà” con megafoni.

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Seguono due match piuttosto soporiferi tra pesi massimi: Sidelnikov interrompe l’imbattibilità di Domingos Barros e Zubcko vince con Gerges. Entrambi i match finiscono nelle mani dei giudici che assegnano due decisioni unanimi. Nel Main Event di Bellator 230 prestazione maiuscola di Nemkov (accompagnato dal mentore Fedor Emelianenko) che distrugge Rafael Carvalho a suon di takedown, per poi chiudere la pratica con una Rear Naked Choke al secondo round. Sarà Nemkov il prossimo contendente al titolo Massimi Leggeri?

BELLATOR MILAN

Si passa alla card “locale” di Bellator Milano. Curiosa e a mio parere giusta l’idea di lasciare Sakara e Paternò nei due match di chiusura dell’evento, evitando così che il pubblico lasci l’arena prima del dovuto.
Macedo batte Mousah via split decision in un match non proprio entusiasmante, ma ci pensa il buon vecchio Melvin Manhoef (43 anni per lui!) a tenere tutti sul pezzo: per lui KO brutale ai danni di Yannick Bahati in meno di 3 minuti, con stop leggermente tardivo dell’arbitro.

Tocca finalmente al beniamino di casa, il milanese Stefano Paternò! L’Allianz Cloud è tutto per lui e Paternò rispetta le attese. L’allievo di Garcia Amadori vince e convince al suo debutto in Bellator, portando a casa i primi due round: striking ottimo e takedown defense davvero funzionale. Nell’unico takedown subito è comunque lui a portare colpi con schiena a terra, tanto da aprire un grosso taglio sul volto di Ashley Reece. Nel terzo round Stefano rallenta e Reece mette a segno qualche colpo in più, tuttavia nulla di cui preoccuparsi: Paternò vince per decisione unanime davanti al suo pubblico che esulta ancora prima della proclamazione ufficiale del verdetto.

Mentre dalla Florida arriva la bella notizia della vittoria di Vettori in UFC, all’interno dell’Ex Palalido c’è una vera e propria ovazione per l’ingresso del “Legionario” Alessio Sakara! Nel bene e nel male, Sakara resta il fighter più amato dagli italiani, per varie ragioni. Poco da raccontare sul match: Grigsby, probabilmente avversario non proprio all’altezza del Legionario, dura la bellezza di 23 secondi. TKO al primo round, stipendio portato a casa e pubblico che va a dormire felice: nessuno si può lamentare.

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CONCLUSIONI

Si chiude quindi una serata importante per le MMA in Italia, sia dal punto di vista dei risultati sportivi che da quello del successo mediatico e commerciale: i nostri connazionali riscattano l’incubo di UFC Copenhagen, recuperando la fiducia nei loro confronti. Nella card di MMA non è mancato nulla per quanto riguarda gli italiani: abbiamo avuto un veterano amatissimo (Sakara), un grande talento in ascesa (Paternò) e due giovani promesse (Fusi e Pugliesi). Bellator ha dato un’ottima prova di forza consolidando la propria fan-base tricolore: la promotion ha alzato l’asticella qualitativa rispetto ai precedenti eventi in Italia e il pubblico l’ha capito, riempiendo l’Allianz Cloud (5mila persone ad un evento di MMA in Italia non si vedono tutti i giorni).

Le fondamenta per i prossimi show di Bellator in Italia sono ben salde, e io non vedo l’ora di andarci.

  1. una sola considerazione: l’avversario di sakara l’hanno pescato nella sala bingo di viale certosa???

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