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L’apice delle MMA italiane è alle spalle o deve ancora arrivare?

Come sapete, ormai da qualche anno Grappling-Italia tende a parlare il meno possibile della scena italiana delle Arti Marziali Miste e del BJJ. Questa scelta è il risultato di una lunga serie di comportamenti molto poco maturi da parte di coach, atleti e promoters italiani, che rendono la vita pressoché impossibile ai media (noi compresi) di queste discipline. L’articolo che segue è dunque uno dei rari approfondimenti sulla scena nazionale che potete leggere su questo sito.

Arriviamo da un weekend assolutamente positivo per quanto riguarda gli esponenti delle MMA italiane impegnati all’estero: Federico Pasquali, Giuseppe Ruggeri e Dylan Hazan hanno vinto nell’importante promotion britannica Cage Warriors superando test non facili e restando imbattuti. Sui social c’è giustamente entusiasmo ma voglio sottolineare che, purtroppo, si è trattato di un evento più unico che raro. Nell’ultimo mese, infatti, ci sono state un paio di batoste notevoli per il tricolore nelle MMA: a Parigi ad Ares FC 4 3 sconfitte su 3 (una, va detto, molto molto dubbia), e 4 sconfitte su 4 in Croazia a FNC 5.

Giusto festeggiare dunque i successi dello scorso weekend, ma bisogna anche mantenere una buona dose di realismo e cercare di continuare a dare il massimo affinché le statistiche dell’Italia all’estero possano diventare migliori. Questo spinge anche ad una riflessione più ampia per quanto riguarda la fioritura della scena nazionale delle MMA.

L’APICE DELLE MMA ITALIANE E’ ALLE SPALLE O DEVE ANCORA ARRIVARE?

La storia delle MMA italiana è recente. Questo è un vantaggio poiché il ricordo delle cose buone fatte e degli errori commessi è fresco nella memoria degli appassionati e degli addetti ai lavori più attenti. Una vera e propria svolta si può individuare nel 2015, un momento chiave che ha portato nell’anno successivo due italiani UFC e un evento di una major promotion (Bellator) sul nostro territorio. Sono arrivati più eventi, più entusiasmo e una generale crescita tecnica dei team che a parere di chi scrive è culminata nel biennio 2018-2019: solamente nel 2018 le 3 promotions considerate più rilevanti in Italia (Venator, ICF, Golden Cage) hanno organizzato 10 eventi complessivi. Quasi uno al mese, tantissimo. 

Questo grande lavoro sul nostro territorio ha portato i suoi frutti: nel 2019 si raggiunge l’apice storico per quanto riguarda gli italiani in UFC. Per qualche mese abbiamo avuto in contemporanea ben 6 nostri connazionali attivi nella promotion di MMA più importante del mondo: Vettori, Di Chirico, Borella, Pedersoli jr, Belluardo e Amedovski. Totalmente impensabile fino a qualche anno prima.

Tuttavia i risultati di questi atleti – salvo qualche eccezione – non hanno rispettato le aspettative, e in poco tempo l’organico tricolore presente in UFC è stato dimezzato. Morale basso, e la pandemia ha dato una bella mazzata bloccando completamente gli eventi di MMA in Italia, la cui immagine è stata poi sporcata irrimediabilmente dall’opinione pubblica con il caso Willy. In parole povere enorme passo indietro per tutto l’ambiente.

Oggi stiamo invece assistendo ad una situazione interessante e inedita: gli eventi pro scarseggiano ma abbiamo Vettori in posizione di grande rilievo nelle classifiche UFC, e la sensazione è che alcuni team stiano lavorando nella giusta direzione creando talenti solidi e promettenti. Hammami, Pasquali, Hazan, Ruggeri, Baiano sono nomi estremamente interessanti e probabilmente è la prima volta che vediamo così tanti “prospect” seri in ascesa tutti contemporaneamente. Il livello tecnico sta crescendo! Che sia il segnale di un possibile futuro roseo? Durissima fare un pronostico del genere, ma sicuramente c’è fiducia e la speranza di superare quel culmine raggiunto nel 2018-2019 è viva. Dita incrociate.

Jack Botinha

Jack Botinha

Rocker, cintura viola di BJJ, a volte anche persona normale.

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