E’ partito il Fight Master

Prima puntata del reality show Bellator

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Mercoledì scorso è andata in onda la premiere dell’atteso ma non troppo Fight Master. Il reality show si poneva come una delle armi mediatiche dell’attacco di Bellator e Viacom al monopolio de facto dell’UFC; perciò siccome il partner televisivo è quella stessa SpikeTV che lanciò il TUF catapultando l’UFC nel mainstream, perché non ripercorrere le già battute strade del successo?
Forse il pubblico, dopo otto anni di TUF, potrebbe dissentire come hanno mostrato i ratings scarsi per la premiere: poco meno della metà rispetto al successo del debutto di Bellator su Spike.

Comunque veniamo allo show. Per evitare la macchia di clone copione del TUF, FM impiega 4 coach come prima differenza; abbiamo poi una batteria di grosse personalità come Greg Jackson, Joe Warren, Randy Couture (che per questa passaggio al nemico si è beccato l‘inclusione nella lista nera di Dana) e Frank Shamrock.
L’altra differenza di rilievo è che sono i fighters a scegliere il proprio coach, per un’organizzazione della competizione con quattro squadre da quattro atleti ciascuna.
Come nel TUF si parte da 32 atleti che vengono scremati nei 16 che faranno parte delle squadre. Il parco fighter, appartenenti tutti alla categoria welterweight (77kg), presenta molti fighter che hanno già preso parte a stagioni di Bellator. Il premio è un assegno da 100.000$, un posto nel torneo Bellator e il titolo appunto di primo “Fight Master”.
Nella premiere si sono visti i primi cinque match eliminatori, con almeno due buoni talenti in Tim Welch e Nick Barnes e un ottimo veterano esperto in Chris Lozano.
La prassi delle eliminatorie vede quindi, al termine di ogni match, il vincitore davanti ai quattro coach in poltrona su sfondo buio ad imprignarli di aura mafiosa. Il contender ha la facolà di fare loro delle domande e poi sceglie il suo coach. Finora il loquace e sagace Shamrock si è beccato due atleti contro uno a testa per gli altri coach tra cui si distingue Joe Warren per l’intensità che trasmette sullo schermo e le punzecchiate che si becca da Shamrock.
Jackson e Couture trasmettono la loro solita mite tranquillità e si limitano a commenti sui match in corso.

Per la location ci troviamo in una non meglio precisata palestra di New Orleans.
Che dire? Il grande pubblico delle MMA non ne può più dei reality show sulle MMA e questo rappresenta una partenza ad handicap. Per ora i cambiamenti rispetto al TUF non si fanno sentire siccome il focus ultimo è sempre suoi match nella gabbia. Vedremo cosa succederà una volta completate le squadre.
Le soffiate parlano di uno show più improntato sulle questioni serie di palestra e spogliatoio e meno sulle jersey-shorate della casa che non è ancora chiaro se ci sarà o meno.
La sensazione iniziale è che lo show voglia presentare maggiormente l’aspetto marziale delle MMA invece del lato entertainment.

Insomma, non siamo sicuri che questo catapulterà Bellator chissà dove ma riserviamo i giudizi per la fine dello show.

  1. sui russi è un peccato che non li possano utilizzare per Fight Master…però neanche tanto perchè alla fine verranno visti di più combattendo negli eventi che allo show visti i ratings iniziali

  2. Credo che quelli del Bellator/Viacom ce la stiano mettendo tutta per cercare di migliorare, divenendo un antagonista credibile alla UFC/Zuffa. Nessun aspetto sembra essere trascurato. La struttura a torneo, i figter, tutta l’organizzazione in genere. Speriamo che col tempo riescano ad incrementare il loro business e quindi riuscire a mettere sotto contratto atleti che non avranno nulla da invidiare agli adesso più forti, famosi e blasonati UFC. La strada e lunga ma ce la possono fare. Anche il fatto di andare a pescare i fighter russi, poco presenti nell’altra organizzazione è un segno che fanno sul serio.

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